Vallata - Zumellese
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STABIE: il tabernacolo trasportato nelle gerle

A fine '800 da Miane

STABIE: il tabernacolo trasportato nelle gerle

Ha una storia fuori dal comune il prezioso tabernacolo in marmo policromo che si trova nella chiesa di Stabie (oggi parrocchia di Lentiai). Il manufatto, infatti, originariamente si trovava nella vecchia chiesa parrocchiale di Miane, demolita nel 1874 per volontà del parroco mons. Sigismondo Brandolini Rota, poi vescovo di Vittorio. l’arciprete decise di donare il tabernacolo alla nuova chiesa di Stabie. Il giovane Paolo Possamai, del rinomato laboratorio di marmi di Solighetto venne incaricato di smontare e rimontare il tabernacolo. Il trasporto dei pezzi venne compiuto da gente di Stabie che attraverso le montagne di Mariech e Garda giunse con le gerle in spalla a Miane. Quando sistemò il tabernacolo a Stabie, Possamai vi aggiunse due testine d’angelo.

Questa storia è documentata da don Mosè Da Broi, che fu parroco di Stabie dal 1905 al 1913 e raccolse le testimonianze di coloro che parteciparono all’impresa.

A riportarla alla luce Gianantonio Geronazzo che l’ha raccontato domenica scorsa, 11 settembre, alla cinquantina di persone che hanno preso parte dalla visita guidata della chiesa arcipretale di Miane. Tra loro una delegazione di Stabie guidata dal parroco don Luca Martorel.

Grande l’interesse per la vicenda del tabernacolo ma anche per le altre notizie fornite da Geronazzo su una delle chiese più grandi della diocesi con i suoi 60 metri di lunghezza, 20 di larghezza e 5 di altezza, e senza neppure un pilastro per sorreggere il tetto! A volerla così, su incarico di mons. Brandolini, fu il noto architetto feltrino Giuseppe Segusini.

Intanto tra Miane e Stabie, paesi delle Prealpi divisi dalla montagna, è nato un piccolo gemellaggio, destinato a unire le due comunità.

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