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CAORLE: nel giorno dell'Assunta, il vescovo Corrado invoca la pace

Al termine della solenne processione, presso la casa marina "Bruno e Paola Mari" 

CAORLE: nel giorno dell'Assunta, il vescovo Corrado invoca la pace

Nella celebrazione dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, il vescovo mons. Corrado Pizziolo si è unito all'unanime preoccupazione per la situazione nell’Afghanistan e ha invocato la Madonna, affinché ci sia una soluzione di pace nel martoriato paese asiatico. L’accorato appello, unito alla preghiera con la benedizione ai presenti e al mondo intero, è stato eseguito dal presule domenica 15 agosto nella casa marina “Bruno e Paola Mari” di Caorle, davanti alla statua della Madonna e presso l’albero di ulivo, messo a dimora come simbolo di pace nel chiostro presso la chiesa.

La festività dell’Assunzione di Maria era iniziata nel pomeriggio con la celebrazione liturgica, presieduta dal vescovo della diocesi di Vittorio Veneto e concelebrata da altri sacerdoti, alla presenza dei chierici degli ultimi anni di teologia del seminario diocesano. Molti i presenti alla liturgia, tra cui i villeggianti della rinomata colonia marina del litorale di Caorle.

Dopo aver ricordato il decimo anniversario della morte di don Bruno Pizzato (nato a Vazzola, il 24 maggio 1928, e morto a San Donà di Piave, il 17 luglio 2011), presidente dell’Opera Diocesana Assistenza, l’omelia del vescovo si è concentrata sul commento al Vangelo di Luca. Dopo l’annunciazione, Maria è in viaggio per trovare la cugina Elisabetta in Giudea. “Maria è una persona pienamente libera, cosciente e responsabile. Maria risponde di sì all’Angelo del Signore: ecco io sono la serva del Signore, avvenga di me quello che è stato scritto”, l’incipit del vescovo, che ha proseguito tratteggiando le tre caratteristiche principali di Maria: l’umiltà, la fede e la riconoscenza. “Umiltà, in quanto non ha mai pensato di essere degna, ma ha sempre accettato di esser creatura umile e povera, ammettendo quindi e conoscendo umilmente la propria realtà, con dei limiti che rappresentano un dono. La fede, che le viene riconosciuta dalla cugina Elisabetta: Maria si è fidata e affidata al suo compito. Riconoscenza o meglio amore riconoscente, o anche rendimento di grazie, che sgorga dal cuore di Maria. Lei si fida dell’amore di Dio. Chiediamo, quindi, a Maria di intercedere per noi e che ci aiuti a maturare, a vedere che le grandi opere di Dio si rendano concrete e si manifestino”.

Il vescovo ha infine ringraziato Alessandro Testa, direttore generale dell’Opera diocesana assistenza, e Massimo Alba, direttore della casa marina di Caorle. La celebrazione è proseguita con la processione intorno alla struttura, insieme alla statua della Madonna: rito che il presule ha definito “gesto di fede, in quanto è il popolo stesso che si mette in cammino verso la casa del Padre”. Nella benedizione conclusiva, il vescovo ha toccato il tema della pace, ricordando la drammatica situazione in Afghanistan e auspicando l’accelerazione del processo di riconciliazione in quel paese, tormentato da molti anni di guerra.

Alessandro Viezzer

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