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MONASTERO DI SAN GIACOMO DI VEGLIA: l'entrata in noviziato di sr. Maria Stefania

Ieri, 22 agosto, nella festa liturgica della Beata Vergine Maria Regina

MONASTERO DI SAN GIACOMO DI VEGLIA: l'entrata in noviziato di sr. Maria Stefania

Nella giornata di ieri, memoria liturgica di Maria Regina per la Chiesa cattolica, grande festa nel monastero cistercense dei Santi Gervasio e Protasio a San Giacomo di Veglia. Presenti il parroco, don Giulio Fabris, e don Mirco Miotto, cerimoniere vescovile, si è tenuto il rito di entrata in noviziato di sr. Maria Stefania.

Il rito - inserito all'interno della preghiera di ora sesta, una breve liturgia della parola, nel coro del monastero - è stato presieduto dalla madre abbadessa, sr. Aline Pereira Ghammachi, ed consistito sostanzialmente in tre gesti fortemente simbolici: la presa dell'abito, una tunica tutta bianca, caratteristica dell’ordine cistercense; il taglio di una ciocca di capelli, segno di una più grande consegna di se stessi a Dio, nella rinuncia a qualcosa che è particolarmente importante per ogni donna; il cambio del nome, come espressione di una nuova vita e una nuova identità che nasce dall’incontro con il Signore. Oggi generalmente il nome non si cambia, ma tale decisione resta a discrezione della postulante, che può valutarne l’opportunità in dialogo con l'abbadessa: in questo caso, sr. Stefania, che prima si chiamava Patricia, ha deciso per il cambio del nome.

Per don Miotto, che era stato invitato ed ha assistito alla celebrazione, "i segni hanno rivelato la verità del rito". "Mi ha colpito molto la vestizione dell'abito - commenta ancora don Mirco -, così pure anche la benedizione dell'abbadessa data a sr. Stefania che diventa spiritualmente sua figlia. Mi ha colpito pure il taglio dei capelli: non avevo mai visto una vestizione e dei segni così suggestivi e profondi. La nuova monaca, con l'abbadessa e la madre priora, è andata in sacrestia da dove è uscita rivestita del nuovo abito dell'ordine cistercense. Bella anche l'animazione fatta dalle suore africane, come sr. Stefania, nella loro lingua d'origine. Un rito davvero molto breve, quindici minuti in tutto, eppure estremamente suggestivo".

Originaria del Kenya, sr. Stefania ha quarantaquattro anni: ha conosciuto il monastero di San Giacomo qualche tempo fa attraverso degli amici comuni ed ha chiesto di provare questo genere di esperienza. In Italia da più di un anno, non ha particolari difficoltà con la nostra lingua anche se in monastero può parlare anche in inglese perché molte suore lo parlano.

“Dopo il primo mese di prova - spiega sr. Aline -, sr. Stefania ha chiesto di entrare nel postulandato, che è la prima tappa per diventare monache. Passato un anno, ieri ha preso l'abito di novizia e per due anni indosserà una tunica tutta bianca. A Dio piacendo tra due anni farà i primi voti e poi, dopo tre o quattro anni, i voti solenni o perpetui, che valgono per tutta la vita. Il cammino è ancora lungo, quindi, ma confidiamo che prosegua con lo stesso spirito di fede e di amore a Dio che l'ha portata a lasciare tutto per seguire Gesù. Auguriamo perseveranza e gioia a sr. Maria Stefania”. Dopo la breve e suggestiva celebrazione, si è tenuto un vivace e gioioso momento conviviale in monastero. AM

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