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SANTA AUGUSTA: l'omelia del vescovo Corrado nel giorno dell'Assunta

Come Maria, anche Santa Augusta ha saputo affidarsi al Signore

SANTA AUGUSTA: l'omelia del vescovo Corrado nel giorno dell'Assunta

Nel giorno dell’Assunta, mons. Pizziolo ha celebrato una santa messa anche presso il santuario di Santa Augusta. In prossimità della festa della santa martire, cara ai vittoriesi e non solo, ci sembra cosa buona pubblicare integralmente l'omelia del vescovo Corrado.

"Grandi cose ha fatto per me l’onnipotente". Quali sono queste grandi cose? L’incarnazione del Figlio eterno di Dio nel suo grembo La sua maternità verginale. La sua assunzione in cielo in anima e corpo (“Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che in modo ineffabile ha generato nella carne il tuo Figlio, autore della vita”).

Ecco allora l’espressione di Elisabetta che noi ripetiamo ogni volta che diciamo l’Ave Maria: Benedetta tu fra le donne! Benedetta perché Dio ti ha ricolmata della sua grazia: Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e santo è il suo nome.

Ma se l’iniziativa è stata tutta di Dio, c’è stato bisogno della cooperazione di Maria. Maria non è senza libertà, come un oggetto di cui Dio si è servito solo materialmente. Assolutamente no: Maria è una persona pienamente libera e responsabile. Dio ha voluto e dovuto mettere in conto la sua risposta libera. Teoricamente Maria avrebbe anche potuto dire di no, invece disse di sì: Eccomi, sono la serva del Signore. Avvenga di me secondo la tua parola.

Come Maria ha cooperato all’iniziativa di Dio?

Con tre atteggiamenti, collegati l’uno all’altro. Anzitutto con l’umiltà: Dio ha guardato l’umiltà della sua serva. Maria non ha mai pensato di essere più brava degli altri, di essere degna di stare davanti a Dio contando sulle sue risorse. No. Maria ha sempre saputo e accettato di essere una creatura: umile e povera egli mi ha guardata.

Il secondo atteggiamento è quello della fede, Come le ha riconosciuto la cugina Elisabetta: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. Maria si è fidata e si è affidata totalmente alla parola e alla promessa che Dio le ha fatto attraverso il suo messaggero: Eccomi, sono la serva del Signore avvenga di me secondo la tua parola. La fede di Maria consiste proprio nel credere che le parole dell’angelo si compiranno, nonostante la loro apparente impossibilità.

E infine il terzo atteggiamento (che scaturisce dall’umiltà e dalla fiducia) è la riconoscenza o, meglio, l’amore riconoscente. La fede di Maria si è suggellata nell’atteggiamento del rendere grazie: L’anima mia magnifica il Signore è il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore. Il rendimento di grazie che sgorga dal cuore di Maria è l’espressione più bella della sua fede: non una fede triste e rassegnata quasi costretta, ma una fiduciosa adesione, piena di riconoscenza e di gioia: “L’anima mia magnifica… il mio spirito esulta…”.

Sono gli atteggiamenti che Maria consegna anche a noi perché possiamo sperimentare e vivere con fede e gratitudine le grandi opere che Dio può compiere anche noi.

Egli le ha compiute nella santa che ricordiamo in questo luogo, Augusta, una giovane ragazza che ha saputo fidarsi del Signore e volergli bene affidandosi a lui fino a dare la propria vita. Ed è quanto può capitare anche per noi se ci fidiamo del Signore e ci affidiamo alla sua parola e continuiamo a rendergli grazie, qualunque cosa capiti nella nostra vita.

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