BORGO VALBELLUNA: pochi immobili in affitto, il Comune scende in campo
C'è un'emergenza abitativa
Redazione Online
07/05/2025

L’amministrazione comunale di Borgo Valbelluna ha da poco pubblicato due avvisi destinati ai proprietari di immobili che si rendono disponibili a locarli a favore del personale della Valbelluna Servizi o, a canone concordato, a chi cerca una casa nel territorio comunale. Il primo avviso riguarda la ricerca di appartamenti pronti all’uso per il personale della società partecipata del Comune, che gestisce le tre case di riposo di Borgo Valbelluna. “Riteniamo che sia fondamentale per ogni lavoratore raggiungere la stabilità abitativa – spiega l’assessore Chiara Cesa –. Avere una casa vicino al luogo di lavoro rende la possibilità di restare a lavorare nelle nostre case di riposo più concreta, perché permette di evitare di dover affrontare quotidianamente lunghi spostamenti, magari dopo il turno di notte, potendo conciliare più facilmente i tempi famiglia-lavoro, elemento non secondario nella scelta del luogo di lavoro».

Il secondo avviso, invece, è rivolto a tutti coloro che hanno un appartamento già pronto all’uso o che necessita di qualche manutenzione e che sarebbero interessati a locarlo con canone di locazione concordato, sulla base degli accordi territoriali. Con questi proprietari l’amministrazione si rende disponibile ad aprire un dialogo e un confronto per capire quali sono i motivi per cui non si fidano ad immettere nel mercato immobiliare il proprio appartamento, quali lavori sarebbero necessari per riaprire l’appartamento e ad aiutarli concretamente nel percorso di locazione, anche con la creazione di un apposito fondo. «L’emergenza abitativa è sotto gli occhi di tutti, è un argomento che dovrebbe essere ai primi posti dell’agenda del nostro governo, ma per la quale in realtà si fa ben poco. Territori come il nostro, che sono in forte sofferenza per lo spopolamento, stanno vivendo una piccola inversione di tendenza che non dobbiamo lasciarci sfuggire. Chi resta o chi decide di trasferirsi qui è per noi una boccata d’aria, perché permette alle nostre attività di continuare a lavorare e a noi amministratori di continuare ad offrire dei servizi alla cittadinanza o di progettarne di nuovi.

Ma come si fa a ripopolare un luogo se non ci sono case disponibili o, nel caso ci siano, abbiano ormai prezzi inaccessibili anche per chi ha uno stipendio medio? – osserva Cesa –. Il nostro avviso cerca di coinvolgere la cittadinanza nella ricerca di una soluzione. Chiediamo a chi abita sul territorio di essere motore del cambiamento, di co-progettare con noi un modo nuovo di affrontare il problema».