
Ospite d’eccezione per la due giorni conclusiva della prima edizione di “Essere (in) Natura”, il festival promosso da Savno e Consiglio di Bacino Sinistra Piave per indagare il rapporto tra uomo e ambiente. “Dalla transizione alla conversione ecologica”: questo il titolo dell’incontro che giovedì e venerdì scorsi ha visto protagonista sul palco del teatro Dina Orsi di Conegliano don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e dell'associazione Libera. Quasi 700 in totale le presenze in sala, tra cittadini e studenti degli istituti Casagrande di Pieve di Soligo e Cerletti di Conegliano, e dei licei Munari di Vittorio Veneto e Marconi di Conegliano.
Il doppio appuntamento ha offerto uno spaccato profondo sulla necessità di superare il paradigma tecno-economico che ha portato l’essere umano a maltrattare e offendere la terra “come mai prima d'ora negli ultimi due secoli”. Un paradigma che secondo don Ciotti ha portato alla sottomissione della politica alla tecnologia e alla finanza, causando disuguaglianze e ingiustizie.
Per il presbitero veneto e torinese d’adozione serve, allora, assumersi la propria parte di consapevolezza verso l'ambiente e gli esseri umani. “La conversione ecologica chiede uno scatto in avanti, imponendo un cambiamento di rotta che metta in gioco le nostre responsabilità e coscienze. Non è solo una questione tecnica, è necessario che ognuno di noi ci metta cuore, testa e passione”, ha ricordato don Ciotti. L’ideale a cui tendere diventa l'ecologia integrale, concetto ripreso dall’enciclica “Laudato Si’’”, con cui Papa Francesco nel 2015 ha parlato dei disastri ambientali e sociali come manifestazioni di una crisi unica e totale.
Una crisi anche di relazioni, con gli altri e con noi stessi. “Si vive di connessioni, ma dobbiamo recuperare le relazioni, l’essenza della vita”, ha detto il “prete di strada” originario di Pieve di Cadore, e poi sfidando giovani: “Vi auguro tanta solitudine, perché dobbiamo trovare il modo di fermarci e di ascoltarci. È nella solitudine che possiamo leggere i nostri sentimenti e guardarci dentro. È un concetto ben diverso dall’isolamento. Perché abbiamo così paura delle nostre emozioni?”.

Il problema, secondo don Ciotti, non sono le nuove generazioni, ma la grande responsabilità del mondo adulto. “Certo, i giovani hanno le loro responsabilità, ma tocca a noi cogliere i loro percorsi. Sono gli adulti a fare le scelte, a creare certi meccanismi e a promuovere determinate dinamiche. In Italia, il 61% degli adulti intervistati ha dichiarato di non capire abbastanza le esigenze dei ragazzi, e un 13% di non capirle affatto. Questo dato ci impone una riflessione, perché una società che non si cura a sufficienza dei giovani non tutela la propria storia e il proprio avvenire, s’impoverisce”.
Il messaggio del fondatore di Abele e Libera è inequivocabile: non agire come navigatori solitari, unire le forze e diventare un Noi, per aiutare i più deboli e preservare la Terra. "Ci sono dei momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo morale e una responsabilità civile. Serve coraggio, il male ha tre grandi complici: il silenzio, l'indifferenza e l'inerzia”, ha concluso don Ciotti.
“Ringrazio Savno per questa occasione”, ha detto l'assessore alla pubblica istruzione e alle politiche giovanili del Comune di Conegliano, Gianbruno Panizzutti, che ha rivolto un pensiero ai più giovani: “Noi adulti riponiamo le speranze su di voi. La sensibilità delle nuove generazioni è diversa. L’appello che mi sento di farvi, allora, è questo: abbiate rispetto per l’ambiente e il prossimo. Tutti, prima o poi, avremo bisogno di un aiuto. Se vedete qualcuno in difficoltà, dategli una mano. Solo così potremo costruire una società diversa, sicuramente migliore di quella di oggi”.
La due giorni con don Ciotti ha rappresentato la parte conclusiva della prima edizione di un festival, “Essere (in) Natura”, che insieme agli appuntamenti tenutisi da giovedì 2 a domenica 5 ottobre scorsi ha saputo collezionare un totale di quasi 2.000 presenze complessive tra studenti, famiglie e cittadini. Il tema scelto per questo esordio, “Radici e Orizzonti”, ha offerto la cornice ideale per intrecciare saperi diversi: filosofia, scienza, spiritualità, psicologia ed esperienze pratiche, che si sono alternate per accompagnare il pubblico in un percorso culturale, ma anche profondamente personale.
“Un ringraziamento a tutti i partecipanti, dai cittadini agli studenti. Ma anche a tutti i nostri collaboratori e collaboratrici che negli ultimi mesi si sono dedicati con grande impegno e passione all’organizzazione di una rassegna unica nel suo genere. Questa kermesse ha rappresentato il riflesso di un approccio, il nostro, che vuole andare oltre la semplice raccolta e smaltimento dei rifiuti, per stimolare la partecipazione dei cittadini e promuovere una sempre maggiore consapevolezza nella comunità”, ha concluso il presidente di Savno, Stefano Faè.




