ELEZIONI VENETO: pensionati Cisl, la prevenzione è la sfida per la tenuta del sistema sociosanitario
Su 1 milione e 170 mila ultra 65enni, la metà convive con una o più malattie croniche
Redazione Online
06/11/2025

In Europa gli italiani sono la popolazione che ha un’aspettativa di vita maggiore, secondi solo alla Spagna. Ma se guardiamo l’invecchiamento in salute, scivoliamo al sesto posto con i problemi conseguenti legati alla gestione delle fragilità e ai costi economici per garantirsi cure o assistenza. Basta considerare che in Veneto su 1 milione e 170 mila ultra 65enni, la metà (circa 600 mila, dalla relazione sociosanitaria della Regione) convive con una o più malattie croniche, come diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, respiratorie e mentali. Ecco allora che la vera sfida della società per il prossimo futuro, dove il numero degli anziani aumenterà (in Veneto 1 milione e 630mila nel 2050, secondo l’Istat, +40%) è colmare il divario che esiste tra la vita attesa e la vita attesa in buona salute. Sfida che coinvolge istituzioni, enti locali, aziende sanitarie, ma anche i singoli cittadini. Sfida che si vince con la prevenzione: da fare, promuovere e sostenere con piani adeguatamente finanziati, cosa che ora non succede. Questo è ciò che emerso dal convegno “Vivere a lungo, vivere bene”, organizzato dai sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil del Veneto, in collaborazione con l’associazione Happy Ageing, che si è tenuto mercoledì 29 ottobre a Mestre. Un convegno dal quale scaturisce un appello alla futura giunta regionale: aprire quel tavolo di confronto, promesso ma mai attivato, tra Regione e sindacati sui temi di interesse della popolazione anziana, affinché vengano affrontati con una visione d’insieme sviluppando strategie integrate, invece che in modo spezzettato e, alla fine, poco efficace come fatto sinora.

Invecchiamento, cronicità, prevenzione

Il convegno ha visto il contributo scientifico di Stefania Maggi, ricercatrice del Cnr e presidente di Eica (European Interdisciplinary Council on Ageing), e di Michele Conversano, specialista in medicina preventiva e presidente del Comitato Scientifico Happy Ageing, che hanno illustrato cosa significhi fare prevenzione favorendo l’invecchiamento in salute, sia in termini di comportamento individuale sia in termini di interventi e pianificazione in capo alle istituzioni.

«Non si può pensare alla popolazione sopra i 65 anni come un blocco unico, perché invece è molto eterogenea. Abbiamo l'obbligo di ragionare in modo multidimensionale sia nella prevenzione che nell'assistenza – ha spiegato Maggi – Secondo l’OMS l’invecchiamento in buona salute ha due strade: promuovere un ambiente a misura di anziano che garantisca una vita dignitosa e favorisca il mantenimento dell’autonomia, e lottare contro il cosiddetto “ageismo”, ovvero la discriminazione, il pregiudizio e la marginalizzazione basati sull’età». Quanto alla “responsabilità individuale”, «diversi studi dimostrano come dieta mediterranea, attività fisica regolare e socialità abbiano effetti positivi sulla salute dell’individuo a 360 gradi».

Qualche “conto in tasca” lo ha fatto Conversano: «L’80% della spesa sanitaria pubblica va nella gestione delle cronicità. Investire nella prevenzione porta a risparmi significativi: ogni euro speso in prevenzione ha un ritorno di 14 euro. Favorire un invecchiamento in salute, quindi, riduce l’incidenza di malattie croniche e la pressione sul sistema sanitario in termini di cure, ricoveri ospedalieri, interventi chirurgici, percorsi riabilitativi. Ma anche in termini di spesa privata: a fronte di 100 euro investiti dallo Stato in sanità, oggi una famiglia ne sborsa di tasca propria altri 58».

Eppure la prevenzione è un capitolo di spesa considerato ancora troppo poco: una ricerca del Fasi (Fondo Assistenza Sanitaria Integrativa) evidenzia come su 130,3 miliardi stanziati nel 2023 per finanziare il “bene pubblico salute”, il 75% è stato destinato ai servizi di cura-riabilitazione e a farmaci, e solo il 4% alla prevenzione (8,3 miliardi). Una parte importante della relazione è stata dedicata a illustrare il piano vaccinale per gli anziani (influenza, Covid, pneumococco, herpes zoster e DTP - difterite, tetano, pertosse): l’immunizzazione è un ottimo strumento di prevenzione, ma è necessario fare molta informazione per superare la disinformazione dilagata con dibattiti surreali durante e dopo il Covid.