
La ricorrenza annuale della Commemorazione di tutti i fedeli defunti cade quest'anno di domenica: un motivo in più, e un'agevolazione, per intensificare la nostra preghiera comunitaria per loro. Suona fuori luogo parlare di "Festa dei defunti", quasi un ossimoro per la mestizia che può suscitare il ricordo di quanti ci hanno lasciato; ma in realtà può anche dirsi "festa" pensando a tutti coloro (crediamo e speriamo tanti) che già godono della pienezza della comunione con Dio in Paradiso: ma qui siamo allora tra i Santi... Si tratta, comunque, di una speciale "solennità" che supera anche liturgicamente il primato della domenica e che gode di particolari privilegi: in questo giorno, infatti, il ministro può celebrare fino a tre messe senza la domanda di concessione normalmente prevista, applicandone una secondo l'intenzione propria o dell'offerente, un'altra per tutti i defunti e una terza secondo le intenzioni del papa. Pregando o offrendo opere di pietà per le "anime del Purgatorio", al tempo stesso chiediamo e in qualche modo ci assicuriamo la loro intercessione: infatti, aiutandole a giungere prima alla visione di Dio, esse stesse possono ricambiare questi piccoli o grandi gesti di amore, intercedendo per noi che ci troviamo ancora nello stato di viatori. Il Catechismo della Chiesa cattolica, al n. 958, dopo aver citato un passaggio della Lumen Gentium (n. 50), sottolinea: «La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore». Il culto dei defunti o la devozione verso di loro ha da sempre caratterizzato la storia dell'umanità - tra i più antichi documenti dei popoli ci sono appunto le sepolture e le prime forme religiose sono legate alla memoria dei trapassati -, come caratterizza da sempre la vita della comunità ecclesiale. Innumerevoli le Confraternite che hanno tra i primi scopi la preghiera per i defunti.
A Chioggia ve n'erano e ve ne sono anche di specifiche, come la Confraternita del Carmine in cattedrale, quella delle Anime a S. Giacomo, quella dell'Addolorata a Sant'Andrea. E tra le richieste della Madonna dell'Apparizione a Pellestrina (1716) primeggia appunto il "far celebrare messe per le anime del Purgatorio". Il culto dei defunti ebbe, ed ancora ha, un posto privilegiato nella tradizione della città (ma anche della diocesi), dove si continua a far celebrare messe in loro suffragio aggregando nelle ricorrenze numeri consistenti di fedeli. Recentemente la tradizionale "messa delle anime" del mercoledì è stata unificata in un'unica celebrazione nella chiesa in cui era stata più forte questa tradizione, la basilica pontificia minore di S. Giacomo, e vede la presenza di circa 150 fedeli ogni settimana. Vi è, infatti - da sempre, si può dire -, l'altare delle Anime, detto anche del Suffragio (l'altare laterale di mezzo a nord): l'attuale, eretto nel 1789, reca al centro, quale speciale "patrona", una bella statua marmorea di Maria Maddalena - che Gesù liberò da sette demoni e che fu la prima a incontrarlo risorto! - con ai suoi piedi una scultura in marmo rosso che raffigura le "fiamme" del Purgatorio, tra le quali si vedono piccole figure umane da liberare attraverso la purificazione. E vi si tiene tuttora, nella settimana, il cosiddetto "Ottavario dei defunti". Antiche narrazioni fanno emergere anche riti apotropaici per allontanare un'eventuale influenza negativa dei "morti" e, per converso, una delle peggiori offese, a Chioggia in particolare, è ritenuta proprio quella che impreca agli altrui "morti"; mentre la perdita di una persona cara viene vissuta - in particolare al Sud - oltre che con grandi lamenti, anche con momenti di "festa" familiare.
Recenti consuetudini mescolano alle ricorrenze dei Santi e dei Morti la cosiddetta festa di Halloween del 31 ottobre (che in realtà si rifà proprio alla festa dei Santi, ma con influssi paganeggianti), dove le allegre trovate di zucche illuminate o maschere d'ogni tipo sviliscono la sostanza del ricordo di quanti sono nell'aldilà, al tempo stesso, anche se implicitamente, esorcizzandone i malintesi malefìci.
Il 2 novembre è occasione propizia per una "memoria collettiva", oltre che individuale, dei defunti.
Alcuni di loro fruiscono di un ricordo persistente (le vittime per la libertà, ad esempio; o alcune vittime di grandi disgrazie - ricordo i 15 "angioletti" di Boscochiaro, bimbi caduti 75 anni fa per il crollo della passerella sul Gorzone - o delle guerre, come testimoniano gli infiniti monumenti ai caduti o le migliaia di croci e bandierine in piazza Madian a Kiev); altri solo del commosso ricordo dei propri cari. Oggi è occasione per ricordarli tutti, anche coloro che non sono ricordati da nessuno. In questo mese ricorderemo pure i vescovi e sacerdoti della diocesi defunti e tutto il mese ci orienta alla conclusione dell'anno liturgico, annuncio della conclusione del mondo e della storia, quando anche la morte sarà vinta e vivremo per sempre tutti insieme, noi e coloro che ci hanno preceduti, con il Signore.
Vincenzo Tosello




