
"Siete preziosi”. “La Chiesa ha bisogno di voi”. "Continuate a brillare per fede, speranza e carità, e per null'altro". Papa Leone XIV ha ricevuto in udienza nell’Aula Paolo VI una moltitudine di battezzati e battezzate delle Chiese cattoliche orientali giunti a Roma accompagnati anche dai loro Patriarchi e Vescovi per celebrare il loro Giubileo della Speranza. E rivolge a loro un discorso intenso e importante per tutta la Chiesa universale. Parole calibrate e dense, che esaltano il grande “apporto che può darci oggi l’Oriente Cristiano”. Parole che richiamano le sofferenze patite dai cristiani d’Oriente in tanti scenari di guerra e si trasformano in un nuovo, appassionato appello alla pace del nuovo Vescovo di Roma, deciso nel ripetere che affinchè “la pace si diffonda io impiegherò ogni sforzo”, e che “la Santa Sede è a disposizione perché i nemici si incontrino e si guardino negli occhi, perché ai popoli sia restituita una speranza e sia ridata la dignità che meritano, la dignità della pace”.
L’aiuto che può venire da Oriente ai cristiani di tutto il mondo tocca le fibre più intime della loro fede battesimale, “Quanto bisogno abbiamo” ha riconosciuto Papa Leone “di recuperare il senso del mistero, così vivo nelle vostre liturgie, che coinvolgono la persona umana nella sua totalità, cantano la bellezza della salvezza e suscitano lo stupore per la grandezza divina che abbraccia la piccolezza Umana”. E “quanto è importante” ha proseguito il Pontefice nato negli USA “riscoprire, anche nell’Occidente Cristiano, il senso del primato di Dio, il valore della mistagogia, dell’intercessione incessante, della penitenza, del digiuno, del pianto per i peccati propri e dell’intera umanità, così tipici delle spiritualità orientali! Perciò è fondamentale custodire le vostre tradizioni senza annacquarle, magari per praticità e comodità, così che non vengano corrotte da uno spirito consumistico e utilitarista”. "Le vostre spiritualità” ha ricordato Papa Leone, in uno dei passaggi più intensi della sua riflessione “sono medicinali. In esse il senso drammatico della miseria umana si fonde con lo stupore per la misericordia divina, così che le nostre bassezze non provochino disperazione, ma invitino ad accogliere la grazia di essere creature risanate, divinizzate ed elevate alle altezze celesti”.
Agenzia Fides