
L’incontro riservato con papa Leone XIV ha concluso l’assemblea generale della Cei, che si è svolta ad Assisi dal 17 al 20 novembre scorsi. Un clima di viva cordialità e ascolto attento ha caratterizzato l’incontro con Leone XIV il 20 novembre nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Nel suo discorso il Papa ha innanzitutto esortato a “porre Gesù Cristo al centro e, sulla strada indicata da “Evangelii gaudium”, aiutare le persone a vivere una relazione personale con Lui, per scoprire la gioia del vangelo”, ricordando che “una Chiesa sinodale, che cammina nei solchi della storia affrontando le emergenti sfide dell’evangelizzazione, ha bisogno di rinnovarsi costantemente”. Per questo, ha offerto alcune indicazioni concrete: proseguire sulla strada degli accorpamenti delle Diocesi, rispettare la norma dei 75 anni per la conclusione del servizio degli Ordinari nelle Diocesi, favorire una maggiore partecipazione di persone nella consultazione per la nomina di nuovi Vescovi. Il Papa ha quindi invitato a impegnarsi per “edificare comunità cristiane aperte, ospitali e accoglienti, nelle quali le relazioni si traducono in mutua corresponsabilità a favore dell’annuncio del Vangelo”.
I temi della collegialità e della sinodalità, richiamati dal Papa nel suo discorso, erano stati al centro della riflessione del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, che, nell’introduzione, aveva ricordato, facendo riferimento al cammino sinodale, che “ora si apre una fase nuova che interpella in particolare noi Pastori nell’esercizio della collegialità e in quel presiedere la comunione così decisivo perché la sinodalità diventi forma, stile, prassi per una missione più efficace nel mondo”.
In linea con quanto chiesto da papa Leone, i Vescovi hanno approvato, a larga maggioranza, una mozione con cui vengono delineati i passi successivi alla terza Assemblea sinodale. Hanno inoltre affidato al Consiglio episcopale permanente e al gruppo di Vescovi, costituito dalla Presidenza su mandato dello stesso Consiglio permanente (e formato dal card. Roberto Repole, da mons. Gherardo Gambelli, da mons. Guglielmo Giombanco, da mons. Corrado Lorefice, da mons. Andrea Migliavacca, da mons. Michele Tomasi), “il compito di indicare percorsi di studio e approfondimento per il discernimento degli orientamenti e delle proposte del Documento di sintesi, in particolare quelli rivolti alla Conferenza episcopale italiana”.
Accogliendo l’invito di papa Leone che, nell’udienza concessa ai Vescovi della Cei lo scorso 17 giugno, aveva incoraggiato ogni comunità a diventare “una ‘casa della pace’, dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono”, l’Assemblea ha approvato il documento “Educare ad una pace disarmata e disarmante”. Il testo si presenta articolato in tre parti, che risulteranno utili per la catechesi e l’approfondimento, secondo il metodo del “vedere-giudicare-agire”.
Sempre sul versante dell’educazione, alla vigilia del 40° anniversario dell’Intesa fra la Cei e il Ministero della Pubblica Istruzione circa l’insegnamento della religione cattolica nella scuola (Irc), firmata il 14 dicembre 1985, in attuazione dell’Accordo di revisione del Concordato Lateranense, i Vescovi hanno approvato il documento “L’insegnamento della religione cattolica: laboratorio di cultura e dialogo”. Il testo evidenzia e rilancia tale disciplina come contributo prezioso della Chiesa alla comunità scolastica e alla crescita di una sempre più ampia alleanza educativa.
Particolare rilievo ha assunto la tematica della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Durante i lavori, infatti, è stato ribadito che la Chiesa italiana ha intrapreso un importante cammino sul versante del contrasto agli abusi e della cultura della prevenzione attraverso la creazione di una rete di servizi a livello nazionale, regionale e diocesano per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili che ha visto un continuo incremento di attività formative e di coinvolgimento. FC




