ALTAMARCA: i sedici cannoni antigrandine si raccontano nel paesaggio
Grazie a pannelli informativi
Redazione Online
15/06/2025

Una nuova iniziativa di valorizzazione culturale e paesaggistica è stata realizzata sulle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Patrimonio dell’Umanità UNESCO: grazie ad un progetto che vede la collaborazione dell’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene e il Condifesa TVB (Consorzio per la Difesa degli Agricoltori attraverso assicurazioni contro le calamità agricole), sono stati installati dei cartelli informativi sotto i 16 cannoni antigrandine attivi sul territorio, per raccontarne la storia, la funzione e il loro valore identitario.

“Con questa operazione, condivisa con il Condifesa – commenta Marina Montedoro Presidente dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene - abbiamo voluto raccontare una storia che parla di identità rurale e che appartiene profondamente alla nostra comunità viticola. I pannelli informativi che abbiamo realizzato sono posizionati sotto a ciascun cannone con l’obiettivo di offrire a visitatori, escursionisti e abitanti l’opportunità di conoscere questa singolare tradizione, spesso poco nota ai più, ma di grande fascino. La spiegazione viene fornita in tre lingue proprio per raggiugere anche i turisti stranieri. Sei cannoni coi relativi cartelli sono limitrofi al Cammino delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene e lo arricchiscono di un valore in più per leggere il paesaggio agrario in modo nuovo, comprendendo il legame profondo tra viticoltura, difesa del territorio e cultura locale. I pannelli offrono una chiave di lettura inedita e autentica del paesaggio, contribuendo alla valorizzazione sostenibile delle nostre colline Patrimonio dell’Umanità”.

L’introduzione dei cannoni antigrandine risale al XIX secolo, quando nel 1899 fu fondato a Conegliano il primo Consorzio per gli spari contro la grandine, in un territorio già allora fortemente vocato alla viticoltura. Nel tempo, la pratica si è diffusa in altre aree a rischio grandine, in Veneto e in Piemonte, dove l’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi ha messo a rischio intere annate produttive. Oggi nella zona tra Valdobbiadene, Farra di Soligo e Vidor è attiva una rete di 16 cannoni, a tutela delle coltivazioni e in particolare del Conegliano Valdobbiadene DOCG, conosciuto in tutto il mondo. I cannoni sono costituiti da tubi metallici verticali alti circa 10 metri, con un cono rovesciato alla sommità e una camera di scoppio alla base. Il principio di funzionamento si basa sulla detonazione di gas nella camera, generando un’onda d’urto ogni 18–20 secondi. Questa, amplificata dalla forma del cannone, si ritiene possa interferire con la formazione della grandine all’interno delle nubi, favorendo la precipitazione di chicchi più piccoli e quindi meno dannosi.

L’intero sistema è gestito da volontari locali e controllato da remoto tramite SIM dati, grazie a una specifica applicazione mobile che consente attivazione rapida e tempestiva in caso di rischio. Utilizzati ormai da generazioni, tutt’oggi non vi è evidenza scientifica che i cannoni antigrandine siano effettivamente efficaci nell’impedire la formazione dei chicchi o nel ridurne la dimensione. Ciononostante, sono diventati parte integrante della vita delle comunità viticole, in particolare sulle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, dove rappresentano un’eredità tecnica e simbolica ancora viva.