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AGRICOLTURA: aggiornamento del disciplinare di gestione delle colline Patrimonio Unesco

Il disciplinare è uno strumento fondamentale a tutela del territorio

AGRICOLTURA: aggiornamento del disciplinare di gestione delle colline Patrimonio Unesco

Un gremito e attento pubblico in sala ha accolto, martedì 7 febbraio all’Auditorium Celestino Piva a Valdobbiadene, autorevoli relatori invitati dal Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, organizzatore, insieme al Comune di Valdobbiadene e Banca Prealpi SanBiagio, del convegno intitolato “Nuove disposizioni normative e soluzioni tecniche per l’impianto e la gestione del vigneto. Aggiornamento del disciplinare di gestione delle colline Patrimonio Unesco”.

Dopo il benvenuto della Presidente del Consorzio di Tutela, Elvira Bortolomiol, del “padrone di casa”, Luciano Fregonese, sindaco di Valdobbiadene ed un saluto da parte del responsabile ufficio agricoltura di Banca Prealpi SanBiagio Luciano Soldan, si sono susseguiti alcuni interventi tecnici, nell’ordine Marina Montedoro, Presidente Associazione per il Patrimonio delle colline di Conegliano e Valdobbiadene, Stefano Poni, Professore di viticoltura – Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, il quale si è soffermato sul comportamento morfo funzionale dei primi stadi di sviluppo della barbatella. Ad illustrare quali saranno i nuovi portainnesti per le nuove esigenze dettate dal cambio climatico è stato Lucio Brancadoro, Ricercatore Università di Milano Dip. Scienze Agrarie e Ambientali, seguito da Giovanni Pascarella, ExtendaVitis, che ha posto l’accento sulla gestione della parte aerea e radicale delle giovani piante di vite. Franco Meggio, Professore associato DAFNAE UniPD si è dedicato ad approfondire le tecniche per stimolare l’attecchimento della barbatella ed infine Anna Ciancolini, Responsabile Area Agro Funzione Ricerca e Sviluppo Novamont S.p.A e Responsabile Ricerca Agronomica Mater-Agro si è focalizzata sulla gestione sostenibile del vigneto basata sull'impiego di teli pacciamanti biocompostabili e di bio prodotti nella zona del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG.

A seguito del convegno tenutosi lo scorso dicembre dedicato alla gestione della problematica della flavescenza dorata, il Consorzio ha programmato questo momento di confronto nell’ottica di individuare la soluzione più rapida al problema precedentemente trattato. Dal momento che sarà importante ricomporre velocemente il potenziale produttivo e paesaggistico dei vigneti nelle colline di Conegliano Valdobbiadene si è ritenuto necessario dare ai viticoltori le conoscenze tecnico scientifiche più moderne per la gestione dei nuovi impianti. Ottima la reazione della platea presente, la quale, sin dal giorno seguente, si è rivolta al Consorzio per raccogliere maggiori informazioni e contatti circa i prodotti e soluzioni presentate.

“Già da questa importante risposta in termini di presenza, si percepisce quanto la gestione, tutela e salvaguardia del territorio siano tematiche centrali nell’attività quotidiana di ciascuno. Ritengo infatti che la visione lungimirante nella custodia di un territorio si evidenzia anche attraverso iniziative volute insieme alle istituzioni locali sensibili alla difesa di un’importante Denominazione.  Oggi il nostro compito è guardare oltre i traguardi raggiunti fino ad oggi e pianificare le strategie che dovremmo attuare durante il 2023 e i prossimi anni, tenendo sempre presente l’estrema mutevolezza delle variabili che condizioneranno il paesaggio”, afferma Elvira Bortolomiol, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG. “Il Consorzio continuerà ad essere di supporto a tutte le necessità dei viticoltori perché il loro lavoro sarà sempre più determinante per il futuro di questa denominazione”, conclude la Presidente Bortolomiol.

“Il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG si è dato come obiettivo prioritario di continuare in modo serrato la lotta alla flavescenza dorata e allo stesso tempo di operare su base tecnico scientifica per la pronta ripartenza dei vigneti, afferma Diego Tomasi, Direttore del  Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG. Mi inorgoglisce la risposta ricevuta dal pubblico perché conferma il senso di appartenenza che contraddistingue questo territorio – commenta. Le linee salienti emerse dai singoli interventi – conclude - confermano che nei primi due anni di vita della barbatella, il pensiero del viticoltore deve essere rivolto esclusivamente allo sviluppo dell’apparato radicale della pianta. Infatti, sarà quest’ultimo che governerà lo sviluppo iniziale della vite e guiderà la produttività degli anni a seguire. Diventa quindi fondamentale predisporre un ampio scavo del terreno per permettere un rapido ed esteso sviluppo radicale, ciò anche lasciando un’adeguata radice della barbatella (almeno 20 cm)”.

Tra le soluzioni innovative si è citato un polimero che riesce ad assorbire l’acqua cento volte il suo peso e che funge da riserva idrica alla barbatella. Ancora si è parlato di biochar ottenuto dalla pirolisi del legno, anche esso in grado di assorbire acqua ma anche di apportare sostanza organica. Su quest’ultimo il Consorzio sta valutando un’eventuale produzione in loco di questo prodotto.
Altrettanto interesse ha suscitato l’uso di teli pacciamanti bio compostabili estremamente efficaci nel controllare l’accrescimento delle infestanti erbose attorno alla barbatella.
Non ultimo, ancora all’avanguardia, l’utilizzo di preparati microbici (funghi, batteri) in grado di agire in simbiosi con la radice favorendo il suo accrescimento.

In conclusione, molte le soluzioni che dovranno essere valutate dai viticoltori per adeguarle alle loro realtà produttive. Tutto questo nell’ormai certo cambiamento climatico fautore delle conseguenze in vigneto.
È del tutto realistico in questo contesto il moto latino Nomen Omen, “al nome segue il destino”, in quanto potrebbe significare che una buona messa a dimora della barbatella ne segna il futuro destino del vigneto.
Anche dal punto di vista normativo, forte l’esigenza di aggiornare i viticoltori rispetto al disciplinare tecnico.

"Il disciplinare tecnico è uno strumento fondamentale a tutela del territorio, oggi Patrimonio dell’Umanità, che consente di armonizzare gli interventi nei Comuni dell’area - commenta Marina Montedoro, Presidente dell'Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Si tratta nei fatti di linee guida che perseguono l’obiettivo di conservare il paesaggio dando indicazioni omogenee e coerenti che riguardano aspetti di carattere idrogeologico, forestale, agronomico, architettonico ed edilizio. Proprio perché rappresenta uno strumento a supporto di chi vive il territorio, a partire dalle amministrazioni locali, è un documento “vivo” che deve adattarsi anche a quelle che sono le esigenze del paesaggio, avendo come elemento distintivo, che noi dobbiamo tenere sempre in massima considerazione, la sua conservazione. La sua revisione è auspicabile e necessaria con regolarità.

Da qui nasce l’esigenza e la proposta di revisionarlo, questa volta dovendo affrontare la tematica della Flavescenza dorata. I viticoltori, in questo frangente in modo particolare, necessitano di uno strumento snello che consenta loro di intervenire con efficacia e repentinità proprio a massima tutela di quel paesaggio che è reso meraviglioso proprio dalla presenza della viticoltura. Un plauso - conclude - al Consorzio della Docg per aver organizzato questo momento di confronto, occasione per raccontare il lavoro di aggiornamento del Disciplinare per il quale come Associazione devo ringraziare le Organizzazioni agricole di rappresentanza socie (Coldiretti, Confagricoltura e Cia), il Comitato scientifico dell’Associazione, i Sindaci tutti, la Regione per l’impegno profuso nell’essere quanto più celeri possibili nell’iter di approvazione del testo e il Ministero della Cultura per il supporto fornito".

(comunicato stampa)

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