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BENEDETTO XVI: l'omelia del vescovo Corrado nella messa di suffragio

Ieri sera, in Cattedrale a Vittorio Veneto

BENEDETTO XVI: l'omelia del vescovo Corrado nella messa di suffragio

Pubblichiamo di seguito l'omelia tenuta dal vescovo di Vittorio Veneto, mons. Corrado Pizziolo, nella messa in suffragio del papa emerito Benedetto XVI, tenutasi martedì 3 gennaio in Cattedrale.

«Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio e lo siamo realmente!». Le parole che abbiamo ascoltato nella prima lettura tratta dalla prima lettera di San Giovanni ci rinviano al cuore dell’esperienza religiosa del cristiano: aver riconosciuto l’amore che Dio ha per noi e avervi creduto.

La fede consiste proprio nell’esperienza di questo amore fedele e misericordioso di Dio. E Papa Benedetto ce l’ha detto in maniera meravigliosa proprio nel primo numero della sua grande enciclica Deus Caritas est: «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva».

È una frase di una concisione, di una verità e di una bellezza straordinarie. Una frase da incorniciare nella propria memoria e da mantenere come punto di riferimento perenne nella propria esperienza spirituale. Una frase che si collega ad un’altra affermazione che troviamo sempre nella prima lettera di Giovanni: «Noi abbiamo riconosciuto l’amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto».

Io credo che proprio questa intuizione o, meglio, questa esperienza sia il nucleo incandescente della vita spirituale di Papa Benedetto…

La sua vocazione, il suo insegnamento, il suo ministero pastorale sono tutti all’insegna dell’accoglienza di un amore personale che ci precede e illumina la nostra vita imprimendovi una direzione, un senso, e cioè l’incontro con Dio che trasforma anche i nostri rapporti umani. 

«Io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Così abbiamo sentito nel Vangelo la testimonianza di Giovanni Battista. Ma possiamo mettere benissimo queste parole sulle labbra di Papa Benedetto che ha saputo testimoniare quell’esperienza spirituale che abbiamo appena ricordato: l’amore di Dio ci precede, ci accompagna, ci attende per l’incontro definitivo ed eterno, facendosi visibile in Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo. "Io ho visto e ho testimoniato che Gesù, il volto della misericordia del Padre, è realmente il Figlio di Dio”.

Sia come teologo che come pastore questa è stata l’intuizione e la verità fondamentale che Papa Benedetto ha sempre “visto e testimoniato”.

Con una rigorosità davvero esemplare e cristallina. Al punto da scrivere, da papa, dei volumi teologici proprio su Gesù di Nazareth, per sintetizzare ciò che la fede cristiana continua ad affermare di Gesù, al di là di tutte le teorie che circolanpo nell’ambito biblico e teologico. Per fare chiarezza e per indicare ai cristiani ciò che va ritenuto come patrimonio indispensabile di chi vuol dirsi discepolo di Gesù.

“Io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”. Nulla di meno. 

E infine, tra le tante frasi che potrebbero essere citate in questo momento, ne ricordo un’ultima, quella con cui egli accolse l’elezione a pontefice della chiesa cattolica definendosi “semplice e umile lavoratore della vigna del Signore”. 

Che non avesse cercato l’elezione a Papa, che l’avesse, anzi, accolta come un ministero cioè un servizio da rendere alla Chiesa lo hanno evidenziato non solo gli otto anni del suo papato, ma anche la decisione di dimettersi, a causa del venir meno delle sue forze, che non gli avrebbe permesso di svolgere il compito a cui il Signore l’aveva chiamato.

Ciò di cui ha reso testimonianza non è solo l’amore alla Chiesa, un amore senza ombre e senza pentimenti, ma anche una profonda libertà interiore che ha davvero meravigliato e stupito non solo i cattolici ma tutto il mondo. 

Siamo qui per pregare per Papa Benedetto accompagnandolo con la nostra preghiera di suffragio all’incontro con il Signore. Neanche un Papa è esente da tentazioni e peccati. E quindi la nostra preghiera, pur mossa dalla convinzione della sua grande e bella vita spirituale, deve farsi preghiera di suffragio chiedendo per lui la misericordia e il perdono del Padre.

Ma contemporaneamente chiediamo che il Signore Gesù realizzi la sua promessa nei confronti di Papa Benedetto e accogliendolo gli dica: “Bene, servo buono e fedele: prendi parte alla gioia del tuo Signore”.

+ Corrado, vescovo

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