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CISL: No alla chiusura del centro di controllo Enel di Polpet

Rudy Roffarè, segretario generale della Cisl: "Una scelta miope e poco lungimirante"

CISL: No alla chiusura del centro di controllo Enel di Polpet

“Siamo contrari alla chiusura del centro di controllo Enel di Polpet e faremo tutto quello che ci è possibile per impedire una scelta miope e poco lungimirante. Non è un caso che questo accada mentre il mercato sposta produzione e vendita dell’energia a competitori privati. Le stesse centrali idroelettriche del bellunese sono passate ad altre aziende”. No della Cisl, attraverso le parole del segretario generale aggiunto Rudy Roffarè, alla chiusura del centro di Polpet (realizzata nel 2004), decisione appresa dalla Cisl nel corso dell’incontro svoltosi mercoledì a Roma fra organizzazioni sindacali di categoria e la direzione Enel.

“Tra Auronzo e Treviso ci sono oltre 60 centrali elettriche medio-grandi, tutte controllate dal centro di Polpet - spiega Roffarè - e chiuderlo, a favore di un controllo a distanza di migliaia di chilometri, è sbagliato perché verranno a mancare il coordinamento e il monitoraggio fisico. Inoltre, va sottolineato che, in cambio di limitate economie di scala aziendali che poco incidono sui risultati operativi di bilancio, si rischia di compromettere la presenza sul territorio di tecnici qualificati e professionali, custodi di conoscenze che vanno oltre gli aspetti tecnici: conoscono tutte le vallate e i loro torrenti, riescono a controllare l’intero complesso sistema di dighe, i canali artificiali, molti dei quali attraversano le montagne in gallerie”.

“Il sistema Bellunese - prosegue Roffarè - è una grande struttura di vasi comunicanti e in caso di alluvioni eccezionali, come quella di ottobre, è proprio la presenza sul territorio di persone preparate a garantire la sicurezza dei cittadini e limitare i danni a valle, lungo il corso del Piave: non bastano i sensori. Il nostro territorio ha già pagato in termini di vite e paga ancora lo sfruttamento idrico. I cambiamenti climatici c’impongono di ripensare il modo di consumare e di produrre l’energia, quindi non siamo contrari all’energia pulita come l’idroelettrico. Ma tutto ciò va valutato con attenzione”.

“Invitiamo tutto il territorio a fare squadra su questo tema - conclude Roffarè -, perché come per altre situazioni (sanità, collegamenti sciistici, servizi pubblici e privati, trasporto pubblico, infrastrutture ferroviarie e stradali e università), le scelte non possono essere solo di mera convenienza economica, ma devono avere una regia politica e territoriale”.

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