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Con i voucher, che lavoro è?

L'approfondimento nel nuovo numero dell'Azione.

Con i voucher, che lavoro è?

La proliferazione dell’utilizzo dei voucher (di cui parliamo ampiamento nel nuovo numero dell'Azione in occasione della festa del 1° Maggio) , coinvolgendo un numero non piccolo di lavoratori, e la sua estensione a pressoché tutti i settori rappresenta un fenomeno da comprendere. Perché la formula, ideata per una nicchia ristretta di lavori e di lavoratori, si è dilatata in modo esponenziale in breve tempo, come se si fosse perso il controllo della situazione, in modo più o meno consapevole. Ciò sembra aver favorito un’estensione dell’area del lavoro precario. Ma ha contributo anche a svilire il concetto stesso di lavoro, ridotto ai minimi termini da più punti di vista, perché il lavoro pagato con i voucher vale poco, non solo dal punto di vista economico.Assunti per un’ora?La formula dei voucher, infatti, indebolisce non poco il lavoratore, per il quale non c’è alcuna certezza o prospettiva, per il quale appare superfluo anche un minimo coinvolgimento all’impresa economica per la quale presta la sua opera. Al punto che egli può essere assunto regolarmente solo per un’ora e poi essere “licenziato”. Oppure può essere fatto lavorare in nero per più ore, ma beffato dal pagamento con qualche voucher, che comunque non riconosce vari diritti: gli assegni familiari, le ferie, il tfr, le indennità per malattia e maternità.Lavorare a 7 euro e mezzo all’oraUna riflessione dovrebbe essere fatta anche sull’importo dei voucher, che fissano in 7,50 euro netti il valore di un’ora di lavoro (salvo che per il settore agricolo). È un aspetto che appare disorientante, considerato che è riferito a un’ora di lavoro in qualsiasi settore e per qualsiasi lavoratore, a prescindere dalle capacità, competenze, impegno. I 7,50 euro probabilmente rappresentano un compenso accettabile, equo, per i lavoretti occasionali e saltuari per i quali i voucher erano stati pensati. L’estensione dei voucher a tutti i settori sembra implicitamente giustificare il livellamento, in basso, del compenso per qualsiasi lavoro.Lavoro nero legalizzato?C’è chi ha definito il boom dei voucher con toni forti, come “la più grande operazione di lavoro nero legalizzato che ci sia nel nostro Paese”. Forse l’espressione è esagerata, ma un recupero rapido di una situazione sfuggita ad ogni controllo appare necessaria, per la dignità di tanti lavoratori e anche del lavoro stesso, come anche delle imprese. Il boom dei voucher appare come lo scivolone di un mercato del lavoro ancora fragile e pronto ad approfittare delle “scorciatoie” più che a rilanciare, dandosi una struttura e delle prospettive che vadano oltre una navigazione a vista… a voucher. FP

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