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Con impegno e responsabilità, "stavano svolgendo il loro dovere"

L’omelia di mons. Crepaldi, vescovo di Trieste, il giorno dopo l'uccisione degli agenti Demenego e Rotta

Con impegno e responsabilità, "stavano svolgendo il loro dovere"

L’omelia tenuta dall’Arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi, sabato 5 ottobre nella chiesa della Beata Vergine del Rosario in Trieste, il giorno dopo l'uccisione dei due agenti di polizia Matteo Demenego e Pierluigi Rotta:

"Questa Santa Messa che doveva essere celebrata per la festa patronale della Madonna del Rosario, viene ora ad essere una Messa di suffragio per gli agenti di polizia Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, uccisi ieri, qui vicino, nella sede della Questura della nostra Città, mentre, con impegno e responsabilità, stavano svolgendo il loro dovere di garantire il bene prezioso di una convivenza ordinata e giusta.
Una Messa che, tramite la nostra preghiera, vuole e deve essere un atto di affidamento al Padre celeste di Matteo e di Pierluigi, ai quali è stata tolta la vita da un’insensata follia omicida, che ha lasciato tutti increduli e sbigottiti.

E il dolore, che questa Città di Trieste conosce da sempre per averlo provato tante volte lungo la sua storia, è ricomparso, acuto e lancinante, a pesare sul cuore di tutti, per la perdita di due giovani promettenti ai quali è stato rovinosamente rubato il futuro.

È soprattutto il dolore dei familiari, qui presenti a questa celebrazione, che con questi figli amatissimi e cari avevano coltivato sogni e speranze; è il dolore del Sig. Questore e di tutti i colleghi di Matteo e Pierluigi che con loro avevano condiviso progetti, fatiche e paure; è il dolore di tutta la Città di Trieste che si ritrova ributtata dentro un quadro di orrore che pensava definitivamente collocato alle sue spalle; è il dolore della Chiesa di Trieste che chiede al suo Signore di salvarci e di liberarci dal male.

A questo nostro dolore, carico di domande e povero di risposte, voglio aggiungere il dolore di Dio, quel Dio che, per amore nostro, fu ucciso, in un susseguirsi vorticoso di vessazioni durissime, su di una croce.
È il dolore del Dio Crocifisso, è il dolore dell’Amore, è il dolore di chi ha dato tutto se stesso fino al dono della vita.
Al dono della sua vita uniamo il dono della vita di Matteo e Pierluigi, al suo dolore uniamo il nostro dolore.

Alla fine, fratelli e sorelle, sarà il dolore di Dio la fonte di ogni nostra vera consolazione; sarà il suo dolore unito al nostro la forza che ci permetterà di vincere ogni disperazione; sarà il Crocifisso che porterà pace nei nostri cuori feriti e in rivolta, consentendoci di andare avanti, perché il Dio Crocifisso è Risorto ed ha vinto il male e la morte.
Matteo e Pierluigi, con il sacrificio della loro vita, sono già con il Risorto e dal cielo ci stanno aiutando.

A Maria, la Madre che era ai piedi della Croce del Figlio, chiediamo di restare con noi in questa ora di buio e di turbamento e di condurci, con materna tenerezza, verso la luce”.

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