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Confartigianato: "Distanza del Governo dai problemi di chi lavora"

Renzo Sartori, presidente di Confartigianato Marca Trevigiana, commenta l'accordo-ponte sulla cassa integrazione in deroga. 

Confartigianato: "Distanza del Governo dai problemi di chi lavora"

Salvati 6mila posti di lavoro a Treviso grazie alla firma dell’accordo ponte sugli ammortizzatori sociali in deroga  che, nella sola Marca coinvolge 2mila imprese artigiane, dei settori della meccanica di produzione, del legno-arredo e dell’area.

Un patrimonio di professionalità e d’imprenditoria che merita un trattamento sicuramente migliore di quanto il Governo Renzi per ora sta loro riservando. Soddisfatta Confartigianato Marca Trevigiana della  proroga del sostegno garantito sino al 31 agosto 2014. Non soddisfatta però perché nessuno dei 6 mila lavoratori trevigiani ha visto nel 2014 nemmeno un euro di quanto  loro dovuto dall’INPS, per le ore di effettivo utilizzo della cig in deroga.

Mediamente il tasso di  effettivo utilizzo/tiraggio della cigd si è attestato al 19%: 34 ore sulle previste 170 mensili. Esistono purtroppo anche numerosi casi  in cui il lavoratore cassaintegrato non ha  lavorato per l’intero mese. In queste situazioni la norma prevede che sia  l’Inps a pagare direttamente l’importo dovuto di  cigd, con un valore orario medio di circa 5 euro all’ora ovvero 800€ mensili.

Questa situazione paradossale ha privato 6mila persone del reddito dovutogli per ritardi imputabili al Governo. Evidenti le conseguenze su lavoratori e consumi; le associazioni sono intervenute per evitare l’inasprimento del disagio sociale.

Nella nostra regione servono 55 milioni per pagare tutte le cigd in essere fino al 31 agosto 2014. Un primo passo, fermo restando che l’impegno del legislatore, assunto con la cd legge Fornero, era ed è di garantire la cigd per intero 2014, per un importo complessivo si di circa 100 milioni, che diventano oltre 1 miliardo per l’intero territorio nazionale.

Il Governo non può venir meno ad impegni assunti per legge. Siamo all’incredibile paradosso per cui lo Stato incassa aumentando il costo del lavoro delle piccole e medie imprese (decreto ML 7.2.2014) ma non attiva i nuovi ammortizzatori

stabili e non finanzia la deroga come invece  prevede la legge: dal 1 gennaio scorso, le imprese e i dipendenti stanno già “pagando” con un aumento del +0,50% del costo del lavoro ossia circa +130€ anno per dipendente, direttamente allo Stato, anche tramite gli enti bilaterali di riferimento.

Speriamo che il ritardo del Governo nell’onorare questi accordi non dipenda dalla scelta di dirottare le risorse previste per artigianato e Pmi  per sbloccare gli esuberi oggetto della trattativa ETHIAD/ ALITALIA. Se così fosse ai dipendenti di serie A, quelli delle grandi imprese, oltre alle risorse si riconoscerebbero durate ben oltre gli 8 mesi concessi ai dipendenti delle nostre aziende artigiane, film già visto nella precedente trattativa ALITALIA/CAI  .

Il Governo Renzi, entro la fine di agosto, deve anche trovare le risorse per  finanziare le  assunzioni fatte, fino al 31 dicembre 2012, di lavoratori iscritti alla piccola mobilità (ossia di licenziati per crisi dalle PMI ). Se la questione non verrà risolta, a settembre l’INPS richiederà la restituzione alle ditte dello sgravio legittimamente fruito (tra i 2.000 e i 5.000 € ad assunzione  a seconda della durata del rapporto di lavoro).

Ci aspettiamo che il  Governo ridestini i 794 milioni di euro stanziati per il fallito bonus Letta ( riservato alla creazione di 100 mila nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato per giovani tra i 18 e i 29 anni) ai datori di lavoro, circa 1.000 nella sola Treviso, che hanno semplicemente applicato la legge.

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