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Contro la crisi si torna al baratto. Cresce lo scambio di beni e servizi online

Sono sempre di più in Italia le aziende che si rivolgono ai circuiti di barter. A rivelarlo è iBarter, la prima piattaforma italiana per il baratto multimediale online dedicata alle aziende, che ha registrato negli ultimi anni una crescita esponenziale: più 50 per cento all'anno.

Contro la crisi si torna al baratto. Cresce lo scambio di beni e servizi online

Sono sempre di più in Italia le aziende che si rivolgono ai circuiti di barter, la pratica commerciale praticata tra imprese per lo scambio multilaterale di beni o servizi in compensazione. A rivelarlo è iBarter , la prima piattaforma italiana per il baratto multimediale online dedicata alle aziende, che ha registrato negli ultimi anni una crescita esponenziale.

Il ricorso delle aziende al baratto, infatti, aumenta del 50% all'anno e iBarter nel 2015 conta di superare le mille aziende con un controvalore di scambi superiore ai tre milioni di euro.  

«Il baratto è una forma di scambio antichissima, quello tra imprese è invece una realtà relativamente giovane in Italia – spiega Marco Gschwentner, area strategie di sviluppo iBarter e tra i fondatori del circuito – Viene stimato che solamente negli Stati Uniti siano circa 400 mila le imprese che si appoggiano ad un sistema di barteraggio, sviluppando un controvalore pari a oltre 12 miliardi di dollari».

La finalità di iBarter, giovane azienda con quartier generale a Torino, è quella di fornire alle imprese uno strumento utile che consenta loro di acquistare ciò di cui necessitano utilizzando servizi e-o prodotti come pagamento. La piattaforma multimediale promuove lo scambio di beni attraverso la moneta complementare dell’iBcredits. «Davanti ad una crisi che ha acuito i problemi di liquidità ed evidenziato la necessità di trovare nuovi clienti, il baratto rappresenta una possibile risposta – spiega Gschwentner – Innanzitutto perché non costringe le imprese a mettere mano al portafoglio, ma queste possono utilizzare come merce di scambio i propri prodotti-servizi per l’acquisto dei beni di cui hanno bisogno. In secondo luogo, le aziende si ritrovano su un’unica piattaforma che ha il preciso scopo di creare una rete dedicata allo scambio, permettendo di trovare nuovi fornitori e nuovi clienti».

Così un albergo che rinnova il parco televisori in dotazione, paga i nuovi tv con un numero di stanze messe a disposizione, oppure un elettricista si avvale di una consulenza specialista marketing e mette sulla piattaforma un impianto antifurto che può essere acquistato da un’azienda terza. Esempi di come lo scambio di beni e servizi possa arricchire le aziende, il tutto svolto in assoluta libertà come sottolinea Massimo Cirio, area marketing iBarter e tra i fondatori del circuito: «Lo scambio avviene in assoluta libertà: le aziende trattano tra di loro secondo le regole del mercato. E beni e servizi possono essere messi in vendita totalmente in crediti oppure ripartiti in crediti ed euro».  

Ma chi sono le aziende che aderiscono? «La maggior parte, il 90 per cento, sono imprese di piccole e medie dimensioni – conclude Cirio – con un fatturato che non supera i dieci milioni di euro. Le categorie merceologiche sono varie: si spazia dalla chimica alla meccanica all’arredamento, passando dai servizi alle assicurazioni. Non mancano settori come l’alimentare, l’informatica, la stampa, le energie alternative, l’oggettistica da regalo e il tempo libero».

 Fonte: La difesa del Popolo

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