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DIOCESI: Precisazioni del vescovo Pizziolo sulle messe esequiali

Se sono ottemperate tutte le richieste sanitarie, si può iniziare già da lunedì 4. No, invece, ai rosari comunitari

DIOCESI: Precisazioni del vescovo Pizziolo sulle messe esequiali

Il vescovo Corrado nella giornata di ieri, primo maggio, ha inviato a tutti i parroci della diocesi alcune righe, che fanno seguito alla comunicazione inviata sempre ai parroci giovedì 30 aprile (ove si accennava alla possibilità, prevista dal Decreto del Presidente del Consiglio del 26 aprile, di celebrare le esequie anche in chiesa con la presenza di un massimo di 15 persone). Sempre il 30 aprile sono usciti, in un breve spazio di tempo, altri due altri documenti: una precisazione da parte del Ministero dell’Interno che conferma la possibilità di celebrare - in chiesa - la messa esequiale; una circolare della CEI, che, in particolare, è molto particolareggiata e richiede adempimenti non sempre facili da attuare. Essa domanda (non solo per le messe esequiali celebrate in chiesa, ma anche per quelle celebrate eventualmente all’aperto), la misurazione della temperatura corporea delle persone che desiderano presenziare alla celebrazione.

«Dal momento che quella concessa è una possibilità che non possiamo ignorare – scrive il vescovo ai presbiteri - do queste indicazioni, dopo essermi confrontato telefonicamente con alcune diocesi vicine e con diversi tra i nostri parroci. Se qualche parrocchia è in grado (come ho già avuto modo di constatare da contatti telefonici) di ottemperare puntualmente a tutte le condizioni richieste, ritengo che - qualora ce ne fosse necessità - possa dare attuazione alla normativa già da lunedì 4 maggio. Se, invece, per qualsiasi motivo, una parrocchia non fosse in grado di provvedere alle condizioni richieste (specialmente a quella della misurazione della temperatura corporea) continui - per il momento - la prassi usata in quest’ultimo mese e mezzo di accompagnare con una breve celebrazione la sepoltura direttamente in cimitero».

A questo proposito potrebbe nascere la domanda se in tale circostanza, visto che si tratta di una celebrazione esequiale svolta all’aperto, sia necessaria la misurazione della temperatura: «Ritengo proprio di no – precisa il vescovo -. Se finora la misurazione della temperatura non è stata necessaria, sono convinto che non sia necessario farla neppure ora. Il luogo cimiteriale è infatti territorio comunale per il quale valgono le indicazioni del Governo, il quale finora non ha mai richiesto tale prassi, limitandosi ad esigere un numero limitato di persone, la protezione della mascherina e il debito distanziamento tra le persone».

Qualcuno si domanda che cosa voglia dire “sanificazione”: «È un termine generico – precisa ulteriormente il vescovo -, ma non intende cose straordinarie. Si tratta di una pulizia (da attuare dopo la celebrazione) delle superfici che entrano a contatto con i fedeli - sostanzialmente i banchi - con idonei detergenti ad azione antisettica. Ce ne sono di già preparati e non è difficile trovarli in commercio».

Mercoledì prossimo, per video-conferenza, si terrà un Collegio dei Vicari foranei, che sarà preceduto il giorno prima, martedì, da una seduta della Conferenza Episcopale Triveneta: «Mercoledì pomeriggio o al massimo giovedì mattina – continua mons. Pizziolo – saremo in grado di darvi delle indicazioni più puntuali, anche alla luce dell’esperienza di quanto avvenuto nei primi due giorni di andata in vigore del Decreto».

Infine il vescovo risponde alla domanda se è possibile e opportuno che nelle sere di maggio si radunino attorno ai vari capitelli delle persone per recitare il rosario: «Come ho già risposto ad alcuni parroci – asserisce il vescovo Corrado – ritengo che sia inopportuno. Se da un lato è vero che ci si può muovere a piedi o in bicicletta da un luogo all’altro dello stesso comune senza necessità di particolari autocertificazioni, resta vero, d’altro lato, il divieto di assembramento. Inevitabilmente il desiderio di poter muoversi, la clemenza del tempo, la dolcezza delle sere di maggio e, ovviamente, la devozione mariana spingerebbero gruppi assai consistenti di persone ad uscire per andare nei vari capitelli. Anche sforzandosi di mantenere le distanze, si creerebbe un inevitabile assembramento. Suggerisco piuttosto di invitare a recitare il rosario in famiglia, magari utilizzando il sussidio preparato dal Seminario diocesano, messo a disposizione in chiesa o diffuso in altri modi».

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