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Diritti e doveri nel sociale

Dalla Costituzione allo statuto regionale

Diritti e doveri nel sociale

Se ci fosse più rispetto e considerazione, soprattutto da coloro che hanno obblighi di governo, della Costituzione, sarebbero effettivamente ben chiari e vincolanti i diritti e i doveri dei cittadini: le pari opportunità (stabilite nell’articolo 3) avrebbero da tempo trovato applicazione, come gli stessi livelli essenziali (lettera “m”, articolo 117) delle prestazioni sociali, sarebbero da anni garantiti. Purtroppo il vuoto legislativo sui diritti di assistenza è causa della pesante compartecipazione economica, sopportata con grande dignità dalle persone disabili e non autosufficienti. Ogni anno, qui in Veneto, le famiglie con disabili o anziani non autosufficienti spendono di tasca propria, mediamente, oltre un miliardo di euro. Una parte per accudire i loro cari nella propria abitazione e l’altra per le rette di ospitalità nelle case di riposo. Se non ci fosse il volontariato – quotidianamente impegnato nelle attività di trasporto sociale e accompagnamento protetto; nei pasti, nei farmaci, nella spesa e nelle prestazioni infermieristiche a domicilio; nell’accoglienza nei centri sollievo; nell’aiuto alle persone sole, in qualche caso abbandonate; nella compagnia agli ospiti dei centri di servizio – la disperazione e la sofferenza raggiungerebbero livelli molto preoccupanti, comunque inaccettabili.Pur rilevando alcune iniziali perplessità sui requisiti, sulle disponibilità finanziarie e sul numero degli aventi diritto, sarà comunque opportuno, prima di esprimere un completo giudizio di merito, analizzarne attentamente i contenuti e verificare nei prossimi mesi se la legge delega sul “reddito di inclusione”, approvata il 9 marzo 2017, sarà effettivamente un efficace strumento per ridurre almeno il numero dei poveri. Comunque, se contemporaneamente non vengono emanati concreti provvedimenti per l’effettiva realizzazione di un “piano del lavoro per l’occupazione”, le persone povere rimarranno a lungo in condizioni di precarietà e di criticità; avranno un po’ di soldi dallo Stato per sopravvivere, ma oltre all’aiuto economico non andranno. Nel contrasto alle povertà è auspicabile il superamento delle logiche “assistenzialistiche”.In pratica, il welfare generativo proposto dalla Fondazione Zancan significa: drastica riduzione di trasferimenti monetari (oltre 50 miliardi di euro l’anno) per, in alternativa, finalizzarne almeno una parte, alla programmazione di maggiori servizi, con relative dotazioni organiche (quindi, nuova occupazione), per le persone in difficoltà, per le prestazioni socialmente utili, per la riqualificazione professionale e l’inserimento sociale e lavorativo dei licenziati e dei disoccupati. In un Paese come il nostro, dove la popolazione anziana sarà sempre più numerosa e, molto probabilmente anche per il futuro, con redditi da pensione molto limitati, vanno anticipatamente previsti degli interventi per “l’invecchiamento attivo”, declinato nel rapporto intergenerazionale, riconoscendo agli anziani il ruolo di “soggetti portatori di esperienze” (in qualche caso acquisite con sacrifici) da valorizzare come delle opportunità per tutta la società.  La proposta nazionale e il disegno regionale sull’invecchiamento attivo devono trovare l’immediata attenzione e disponibilità da parte della “politica”, per la loro conversione in leggi esigibili. Carta Costituzione e Statuto della Regione Veneto sono i riferimenti per i diritti e i doveri di cittadinanza, che possono affermarsi nel co-progettare insieme, nello stare uniti in una comunità umanizzata, dove l’impegno di ciascuno è rivolto a quanti si trovano in condizioni di povertà, di disabilità, di non autosufficienza, di emarginazione, di solitudine e di abbandono. Ponendo molta attenzione al significato del termine “solidarietà”, per evitare, come afferma il professore Antonio Prezioso, che diventi una specie di salvacondotto nel quale vengano contrabbandati comportamenti e decisioni di tutt’altro segno. Certamente solidarietà (sorretta dalla sussidiarietà) significa instaurare rapporti solidali tra le persone, realizzando collaborazioni con le istituzioni per obiettivi comuni di aiuto sociale; però va ribadito che senza la giustizia la solidarietà diventa una parola priva di significato.Franco Piacentinigià presidente Auser Veneto

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