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Don Adriano Bianchi: "Con il nostro stile anche sul web"

Intervista al presidente della Fisc sul cambiamento in atto nel mondo dell'informazione

Don Adriano Bianchi: "Con il nostro stile anche sul web"

Ha le idee chiare don Adriano Bianchi, direttore della “Voce del popolo” il settimanale della diocesi di Brescia e presidente nazionale della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), sulla fase di cambiamento che sta attraversando il mondo dell’informazione. “Il cambiamento è molto veloce – esordisce don Bianchi – e l’ingresso delle nuove tecnologie nella nostra vita ha cambiato il modo stesso in cui noi fruiamo delle informazioni. Mi riferisco in particolare allo smartphone, che quasi ogni persona possiede ed è a disposizione di tutti 24 ore su 24. Lo smartphone rende possibile un modo nuovo di approcciarsi al mondo: ha trasformato e trasforma il mondo della comunicazione e conseguentemente anche quello dell’informazione”.

Ciò riguarda tutta l’editoria. Come sta cambiando il mondo dell'informazione?

“Oggi molte persone ricevono le informazioni attraverso lo smartphone. In modi diversi: dai social, dai siti istituzionali o dai siti delle testate giornalistiche nella rete. Questa trasformazione tocca tutti gli organi di informazione ed il sistema è in crisi: in 10 anni si è assistito ad un dimezzamento dei lettori soprattutto della carta stampata”.

E i settimanali cattolici?

“Anch’essi sono dentro a questo cambiamento, ma alla crisi resistono un po’ di più, perché sono realtà legate al territorio. Sono più in difficoltà i quotidiani e le pubblicazioni generaliste. I settimanali, invece, hanno in mano una materia, quella del racconto di un territorio, che è solo loro. In un certo senso il settimanale si modifica con il suo territorio e i lettori cercano questa narrazione, che non trovano altrove”.

Dentro a questo cambiamento, quali sono le sfide e le opportunità della carta e del web per un giornale?

“In questo momento non ci troviamo di fronte ad un “aut aut”: o solo giornale cartaceo o solo giornale web. Siamo in una fase di complementarità. Se da un lato c’è la consapevolezza che il web è importante, dall’altro bisogna riconoscere che per i giornali locali il cartaceo è ancora la forma principale di diffusione”.

Perché?

“Nelle nostre comunità locali, la carta stampata ha ancora una sua forza di fruizione. Ci sono giornali cartacei che, in questo momento, nascono e fanno informazione “microlocale” (informazione di prossimità e vicinanza): acquistano spazi che altri giornali in questo momento stanno abbandonando. Poi va detto che la pubblicità si raccoglie attraverso il cartaceo: la pubblicità sul web non è ancora consolidata. La carta offre così delle risorse economiche, che consentono di sostenere un sistema informativo diversificato”.

In ogni caso è necessario aprirsi sempre di più alla comunicazione online, giusto?

“Certo, il web è in espansione e cresce, dal punto di vista delle visualizzazioni, soprattutto tramite lo smartphone. Ormai è dimostrato che molti accessi al sito di un giornale online provengono dai social. Per fare un esempio, il 50 per cento degli utenti che arriva al sito del settimanale di Brescia proviene da Facebook. Allora è necessario essere presenti all’interno del mondo digitale se si vuole far conoscere il proprio giornale. Non è un caso che dei 180 settimanali, che aderiscono alla Fisc, la maggior parte abbia un sito e, soprattutto in Lombardia, Piemonte e Triveneto, i settimanali più organizzati stiano consolidando e perfezionando la loro proposta online”.

Si tratta di capire come essere presenti sul web. Con quale stile?

“Come settimanali cattolici, che hanno alle spalle una solida tradizione e che hanno acquistato per il loro legame col territorio una certa credibilità, dobbiamo essere presenti nel mondo del web, portando la nostra storia e la nostra autorevolezza. Si sa che su internet c’è un po’ di tutto. Noi siamo chiamati ad offrire l’affidabilità della nostra testata e a renderla spendibile sul web e sui social. Chi clicca un “mi piace” sulla pagina Facebook del mio settimanale, lo fa perché si aspetta di trovare in quella notizia tutta l’autorevolezza e tutta la professionalità che sa di trovare nel settimanale di carta. Questa autorevolezza dobbiamo spenderla anche nel web e impiegare anche in questo ambiente la stessa professionalità, la stessa competenza, la stessa precisione che impieghiamo per il giornale di carta”.

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