ESPERIENZE: Covid 19, un anno dopo
Riflessione di don Gianluigi Papa
Nell'Azione di domenica 21 febbraio vengono proposte le testimonianze di alcune persone a un anno dall'inizio della pandemia da Covid-19. Ecco quanto ha scritto don Gianluigi Papa, parroco di Sacile.
Quando nel gennaio dello scorso anno cominciammo a vedere al telegiornale le immagini dell’epidemia da Coronavirus che già stava mettendo in difficoltà la città cinese di Wuhan, mai avrei pensato che di lì a qualche settimana avremmo iniziato ad attraversare quella stessa esperienza. Per essere sincero, nelle nostre condivisioni spesso don Andrea mi diceva: «Vedrai, per noi è questione di tempo». E così poco dopo è iniziato anche per noi il tempo della pandemia.
Un tempo di verità. Subito dopo le prime notizie di contagio a Vo’ Euganeo, un mio carissimo amico mi disse: «Vedrai che il Coronavirus toglierà i veli a tante situazioni che ora non vediamo bene». In effetti, questo tempo di pandemia ha mostrato le nostre fragilità e debolezze; ha lasciato emergere i nostri temperamenti, i punti forti e deboli dei nostri stili di vita; ha reso più sensibile e attento qualcuno e ha rinforzato l’egoismo e il narcisismo di chi già viveva come se tutto il resto non esistesse. La paura poi ha messo a nudo la scarsità di fiducia che rende i nostri cuori agitati e insicuri.
Un tempo di malattia e di intimità con il Signore. Verso fine ottobre anch’io mi sono ammalato di Covid-19. Per fortuna non sono stato colpito gravemente, ma non nascondo di aver vissuto giorni molto difficili, a causa di qualche crisi respiratoria. Non c’era nulla da fare, se non avere pazienza, darsi coraggio e affidarsi a Lui, in una intensa preghiera. Ho imparato - con una concretezza mai sperimentata prima - che davvero ogni respiro è dono di Dio. La Scrittura dice che “il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere dal suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Gn 2,7). Quell’“alito di vita”, che noi spesso diamo per scontato, in effetti può diventare affannoso o insufficiente e ti accorgi che davvero sei soltanto “polvere dal suolo”, se non fosse che Qualcuno continua a soffiare in te il suo Spirito.
Un tempo di profonda esperienza del Mistero della Chiesa. Anche se mi viene difficile fare previsioni o ipotizzare scenari per il futuro, è chiaro che ci è stata decisamente aperta la strada per diventare veri discepoli del Signore Gesù, in un amore sempre più autentico e vivo al suo Corpo che è la Chiesa. «Amate la Chiesa» disse S. Paolo VI. Mi verrebbe da aggiungere: quella semplice e quotidiana, che ascolta la Parola di Dio, celebra il mistero di Cristo nella liturgia e cerca di vivere la carità eucaristica, mettendo amore in tutto ciò che fa e parlando di Gesù Cristo a chi ancora non lo conosce.
Don Gianluigi Papa parroco di Sacile
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