Attualità
stampa

Harriet, dall'Uganda al monastero di clausura San Giacomo di Veglia

La mattina del 2 febbraio ha fatto la professione religiosa.

Harriet, dall'Uganda al monastero di clausura San Giacomo di Veglia

osa prova una donna africana di 43 anni che lascia l’Uganda, dove lavora come aiuto-cuoca, ed entra in monastero di clausura a Vittorio Veneto, senza aver mai vissuto un giorno in convento e senza conoscere una parola di italiano? «Ho sentito pace e serenità, ho capito subito che il Signore mi voleva qui perché questo è il mio posto».

Come i primi quattro apostoli pescatori, anche Harriet Kadondi a un certo punto della sua vita ha sentito una voce che le diceva “Seguimi” e senza calcoli e reticenze ha lasciato le reti e la famiglia. La voce l’ha sentita a un incontro di preghiera vocazionale del Cammino neocatecumenale: «Improvvisamente e inspiegabilmente, spinta da un qualcosa che sentivo dentro di me, mi sono alzata in piedi e da allora la mia vita è cambiata» racconta.Fino ad allora Harriet non aveva mai preso in considerazione la strada della consacrazione, «non sapevo neppure cos’era un convento, per il mio futuro immaginavo il matrimonio e la maternità».Con l’aiuto di due catechisti coneglianesi del Cammino - i coniugi Giovanni e Maria Teresa Ercolini, che da tempo vivono in Uganda - Harriet ha iniziato a fare “chiarezza” nella propria vita, a “discernere”. E insieme sono arrivati alla prospettiva del monastero. Ma il primo tentativo non è andato a buon fine, perché il monastero ugandese di Butente accoglie solo donne giovani. Allora la ricerca è proseguita e i coniugi hanno proposto ad Harriet l’unica realtà da loro conosciuta, il monastero di San Giacomo di Veglia. Lei accetta e cinque anni fa arriva in Italia per tre mesi di “prova”. Subito si sente a casa e chiede di poter prolungare la permanenza di altri tre mesi. Finito anche questo secondo periodo prende la decisione di entrare definitivamente in convento. Rientra in Uganda per fare i documenti e salutare la grande famiglia - la mamma che oggi ha 93 anni e gli 8 fratelli - quindi ritorna per stabilirsi definitivamente a San Giacomo e intraprendere il percorso formativo che ha avuto una sua tappa molto importante giovedì 2 febbraio, festa della Candelora, quando Harriet, ormai diventata suor Maria Bernardetta, ha fatto la prima professione. Era dal 2012 che nel convento vittoriese non si assisteva a una professione.Per la grande festa del 2 febbraio sono arrivati dall’Uganda un fratello e alcuni nipoti di suor Maria Bernardetta. Sono venuti per rendere grazie al Signore perché - sottolineano più volte - «da quando Harriet è partita, Dio è venuto a trovarci: la parrocchia è più viva, abbiamo più sacerdoti e catechisti». Con il senso della fede del popolo di Dio, tanto caro a papa Francesco, i cristiani della terra natale della religiosa attribuiscono alla sua preghiera di intercessione la primavera spirituale di quella terra.Suor Maria Bernardetta ha pronunciato i tre voti previsti dalla Regola di San Benedetto da Norcia: stabilità, conversione dei costumi e obbedienza. Il secondo - sottolinea Aline un’altra giovane monaca, di origine brasiliana - è quello portante: San Benedetto ci dice che quando entriamo in convento non siamo più padroni del nostri corpo, dobbiamo abbandonare la logica umana per assumere quella di Dio. È il voto più ampio e consistente e ricomprende le scelte di povertà, castità, umiltà, vita fraterna... È il voto che ti dà la possibilità di vivere gli altri due (con la stabilità, tra l’altro, si esprime l’impegno a non cambiare monastero per tutta la vita e anche dopo la morte).La vita del monastero è ritmata dal servizio a Dio e ai fratelli, dall’alzata alle 5 per l’Ufficio delle letture alla compieta alle 20.30. I “fratelli” da servire sono innanzitutto le conserelle, in particolare quelle più anziane e con problemi di salute. E poi ci sono i tanti che suonano al campanello del convento per un aiuto materiale o spirituale. «Molti ci chiedono consigli e preghiere di intercessione per mali fisici e spirituali (divisioni di coppia, relazioni difficili tra genitori e figli, crisi di fede...) - testimonia suor Aline -. Siamo testimoni di vari percorsi di conversione che hanno inizio nel nostro parlatoio». Perché questo è uno degli ultimi luoghi in cui si incontrano persone che - come Maria di Nazaret - ascoltano, meditano e pregano.
Federico CitronNella foto suor Maria Bernardetta è dietro mons. Piergiorgio Sanson vicario episcopale per la vita consacrata

Harriet, dall'Uganda al monastero di clausura San Giacomo di Veglia
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento