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Il terremoto di Fukushima 10 anni fa

La comunità cattolica giapponese ha commemorato il 10° anniversario del terremoto e dello tsunami dell’11 marzo 2011, che causarono 15.900 morti

Il terremoto di Fukushima 10 anni fa

“O Dio, nostro Padre. preghiamo con speranza e fiducia in Te, che effondi la tua infinita misericordia su tutti gli uomini. Ti preghiamo per coloro che stanno ancora soffrendo a causa del Grande Terremoto del Giappone orientale. Illumina i cuori di coloro che ancora sono afflitti e vivono nell’angoscia di un disastro nucleare. Ti preghiamo di sostenerli affinché non perdano la speranza. A coloro che sono morti, dona la pace eterna. A noi concedi di poter testimoniare che Cristo, che ha portato la sofferenza di tutti gli uomini, è sempre con noi”.

Con questa preghiera predisposta dalla Conferenza episcopale del Giappone, la comunità cattolica nipponica, su invito dei Vescovi, oggi alle 14:46 (le 6,46 italiane), dopo un minuto di silenzio, si è unita spiritualmente per commemorare il 10° anniversario del terremoto dell’11 marzo 2011, il quarto più grande nel mondo dal 1900 e la cui magnitudo 9,0 della scala Richter è stata la più forte mai registrata in Giappone.

L’epicentro fu localizzato al largo della costa orientale dell’arcipelago colpendo in particolare le prefetture di Iwate, Ibaraki e Miyagi situate nella regione di Tohoku e provocando il violento tsunami che causò migliaia di morti, inghiottì case, campi, automobili, provocò incendi e danneggiò le centrali nucleari di Fukushima.

Nella preghiera di commemorazione sono state ricordate le vittime del disastro il cui bilancio a 10 anni di distanza è ancora incerto.

L’ultimo dato aggiornato, risalente al febbraio scorso, arriva dall’Agenzia nazionale di polizia che ad inizio febbraio registrava un numero di morti pari a 15.900 in 12 prefetture ed un numero di persone scomparse salito a 2.525 in 6 prefetture. Sempre un mese fa, l’ultima identificazione di un corpo, quello di una donna.

Più del 99% dei deceduti e dei dispersi si sono concentrati nelle tre prefetture di Iwate, Miyagi e Fukushima e più del 90% delle morti sono state per annegamento. A perdere la vita sono stati in maggioranza persone anziane di cui circa il 70% con più di 60 anni.

Quest’anno a causa del protrarsi della pandemia non si è potuta celebrare la prevista Messa commemorativa che si sarebbe dovuta svolgere nella cattedrale di Sendai ed a cui avrebbero dovuto partecipare tutti i Vescovi delle 16 diocesi del Giappone. La celebrazione è stata invece presieduta in solitudine dal vescovo emerito mons. Martin Tetsuo Hiraga.

Ripercorriamo quei momenti attraverso la testimonianza di padre Shiro Komatsu segretario amministrativo della diocesi di Sendai che accoglie le prefetture più colpite dal disastro. Nelle sue parole l’indelebile ricordo di quelle drammatiche giornate.

“Subito dopo le prime scosse ci fu un black out dell’energia elettrica – racconta il sacerdote – e ci vollero due giorni per ripristinarla. E solo allora ci rendemmo conto del disastro provocato dallo tsunami”.

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