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In campagna sempre meno grillitalpa

Colpa del massiccio uso di pesticidi e diserbanti.

In campagna sempre meno grillitalpa

Sono sempre più scarsi i grillitalpa in campagna, colpa del massiccio uso di pesticidi e diserbanti, ma li si trova ancora, e a volte numerosi, negli orti biologici dal terreno umido e sciolto. Specialmente laddove si coltiva la patata, del cui tubero l’insetto si ciba rosicchiandolo, onde per cui il grillotalpa in lingua veneta è detto “patatera”. Il grillotalpa (Gryllotalpa gryllotalpa) è un ortottero (come le cavallette), lungo fino a 6 cm, di colore bruno nerastro, caratterizzato da un protorace pronunciato e da due evidenti e robuste zampe fossorie denticolate con cui scava numerose gallerie nel suolo, danneggiando le radici delle piante, che vengono tranciate. La sua dannosità è imputabile più a questa attività di scavo che alla sua attività trofica, perché il grillotalpa è prevalentemente zoofago (mangia lombrichi, larve di insetto, insetti...), anche se completa la dieta con parti vegetali ipogee (patate in primis). L’insetto sverna in profondità nel terreno allo stadio giovanile e in aprile-maggio compaiono gli adulti, che depongono le uova in involucri tondeggianti scavati a 10-20 cm di profondità. I piccoli (neanidi) nascono in estate per poi svernare in profondità nel suolo e divenendo adulti nell’estate successiva. L’ortottero può anche volare in sciami con numerosi individui, soprattutto durante le calde notti d’estate. Il grillotalpa ha svariati nemici, quali i ricci, le talpe, i toporagni, gli anfibi (rospi, rane…) e gli uccelli notturni. Se l’insetto dovesse pullulare, si interrano ad aprile-maggio dei vasi di latta a 4-5 m l’uno dall’altro, così nella notte, durante gli spostamenti, i grillitalpa vi cadranno dentro. Queste catture sono un ottimo pasto per i tacchini, ma anche per polli, anitre e oche.
Mario Sanson

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