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Inondazioni: clima e uomo, pari responsabilità

Pubblicato uno studio su cent'anni di alluvioni in Veneto.

Inondazioni: clima e uomo, pari responsabilità

Qualche mese fa è uscito un interessante studio su cento anni di inondazioni in Veneto (1910-2010), pubblicato su “Scientific reports” dal gruppo di ricerca coordinato da Paolo Tarolli, docente del Dipartimento territorio e sistemi agro-forestali dell’Università di Padova, insieme ad altri ricercatori (Giulia Sofia, Giulia Roder e Giancarlo Dalla Fontana). Per la prima volta sono stati intrecciati – su scala regionale – fattori climatici e processi di urbanizzazione – che soprattutto tra il 1970 e il 1990 hanno inciso pesantemente sul grado di impermeabilità del territorio – e dinamiche di inondazione. Inoltre, recentemente è stato pubblicato, dallo stesso gruppo di ricerca, su “Weather, climate, and society”, un altro interessante lavoro con focus su analisi della vulnerabilità sociale alle piene inerente la Pianura Padana.

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Professor Tarolli come si possono riassumere le conclusioni della ricerca della sua équipe?

«Il territorio del Veneto oggi è molto più vulnerabile del passato. La combinazione dell’estremizzazione degli eventi meteo (le precipitazioni sono oggi più intense, di breve durata e localizzate) con l’urbanizzazione ha comportato un aumento di criticità in molte zone del Veneto. Il trend evidenzia un numero maggiore di eventi di inondazione, con una durata di tempo minore rispetto al passato».

Ci sono aree della Regione più esposte di altre?

«Le aree più esposte si conoscono e sono quelle apparse alla cronaca negli ultimi anni. Dalle analisi effettuate si potrebbe tuttavia individuare un’area potenzialmente più sensibile al cambiamento climatico: la zona est del Veneto, dalla pianura alla pedemontana, per la quale le analisi delle precipitazioni degli ultimi anni hanno evidenziato un significativo aumento dell’intensità rispetto al passato».

Clima e fattori antropici: pari responsabilità nel provocare oggi le inondazioni in Veneto?

«Sì, si può affermare che vi sia una pari responsabilità. Entrambi i fattori hanno contribuito singolarmente in zone diverse a un aumento dell’aggressività delle inondazioni. Emerge come elemento critico la loro combinazione, oggi più marcata che nel passato, che determina un maggiore numero di località colpite da inondazioni di breve durata. Oggi, le inondazioni si manifestano più frequentemente a scala di quartieri urbani, dove si verifica spesso un’incapacità strutturale delle storiche reti idriche di drenare efficacemente eventi meteorici sempre più intensi».

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Nel nuovo studio pubblicato su “Weather climate and society” si pone particolare attenzione al rapporto tra eventi alluvionali e popolazione che risiede un territorio. Perché?

«Non è importante solo capire la relazione tra alluvioni, clima e cambiamento del suolo, ma anche il tipo di popolazione e le dinamiche sociali ed economiche che si sono susseguite in un territorio rendendo la popolazione anche più vulnerabile e non solo più esposta. A tale riguardo un’analisi della vulnerabilità sociale può essere utile per capire le caratteristiche delle persone che possono essere più sensibili agli effetti di tali eventi, e anche la loro localizzazione, elemento indispensabile per poter organizzare una corretta pianificazione del rischio».

Nella ricerca avete calcolato, per tutto il territorio veneto, l’indice di aggressività climatica e l’indice aggressività inondazioni. Di cosa si tratta?

«L’indicatore di “aggressività climatica” stima il peso che assumono gli eventi di precipitazione più intensa nel determinare la precipitazione totale: in questo modo si può comprendere se (e soprattutto dove) ci sia un aumento o una diminuzione dell’intensità delle precipitazioni. L’indicatore di “aggressività di inondazione” indica il peso assunto da eventi della durata di pochi giorni nel contribuire al numero complessivo di località inondate all’interno di ciascun Comune. Con questo indicatore si va ad individuare quanti quartieri o aree urbane vengono interessati da una data inondazione rispetto al passato».

Federico Citron

Per chi vuole saperne di più, queste sono le ricerche del gruppo di lavoro del professor Tarolli.

- Roder, G., Sofia, G., Zhifeng, W., Tarolli, P. (2017). Assessment of social vulnerability to floods in the floodplain of Northern Italy. Weather, Climate, and Society, 9, 717-737, doi:10.1175/WCAS-D-16-0090.1.

- Sofia, G., Roder, G., Dalla Fontana, G., Tarolli, P. (2017). Flood dynamics in urbanised landscapes: 100 years of climate and humans’ interaction. Scientific Reports, 7, 40527, doi:10.1038/srep40527.

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