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MIANE: santuario del Carmine, le pietre raccontano

Il restauro è arrivato ai due terzi del cammino

MIANE: santuario del Carmine, le pietre raccontano

È sempre affascinante visitare il cantiere di un edificio storico. Le pietre, le tegole, le travature hanno impressi i segni del passato. Così gli elementi architettonici del santuario del Carmine di Miane raccontano il progressivo ampliamento della chiesa originaria risalente alla prima del Seicento e i vari interventi di manutenzione. Lavori realizzati ora con cura, perizia e materiali di qualità, ora in economia. In meno di cento anni, tra il 1824 e il 1913, si registrano sette cantieri per ampliamenti, sopraelevazioni, nuovo altare... Lavori ora ben innestati nell’esistente, ora “appiccicati” in modo un po’ disorganico.Il cantiere aperto nell’aprile del 2019 per la messa in sicurezza e il restauro del controsoffitto voltato e delle coperture è diventato l’occasione per ricostruire le successive fasi architettoniche della chiesa e definire un piano a lungo periodo di restauro e riordino. I soldi a disposizione, infatti, pur non essendo pochi, consentiranno di fare solo le opere più urgenti: il restauro delle volte e delle coperture della chiesa, la realizzazione di un servizio igienico. Con ulteriori donazioni è intenzione della parrocchia di completare la messa in sicurezza dello stabile a sinistra del santuario, guardando la facciata, dove si trovano foresteria e sacrestia.Quelli in corso non sono lavori che soddisfano l’occhio. Alla riapertura della chiesa per sole visite, avvenuta qualche giorno fa, i mianesi hanno sostanzialmente ritrovato la chiesa di prima, salvo la cupola e poco più. Gli interni non sono e non saranno toccati nell’ambito del restauro in corso. Le risorse sono sostanzialmente indirizzate sul tetto, che versava in condizioni di serio degrado, tanto che nel gennaio 2019 il santuario venne dichiarato inagibile. Purtroppo la scopertura ha rivelato una situazione peggiore del previsto, in particolare nel presbiterio: a causa di ripetute infiltrazioni e di un’esecuzione sommaria e al risparmio, la parti in legno d’abete delle strutture e del tamburo (ovvero la base della lanterna) erano interessate da un diffuso degrado. Si sono quindi dovuti sostituire gli elementi deteriorati e, su tutte le coperture, si è collocato un cordolo perimetrale in acciaio collegato alla muratura, una sorta di cintura, che insieme ad altri interventi strutturali ha consentito di migliorare sia la sicurezza statica che la resistenza in caso di terremoto. Anche la lanterna è stata smontata pezzo per pezzo e rimontata sostituendo lamiere e vetri che oramai avevano i giorni contati. I risparmi sono impiegati per il restauro delle coperture del coro, la sostituzione dell’impianto di protezione dalle scariche atmosferiche e le indagini per la vulnerabilità sismica. Le lavorazioni sono suddivise per costi e direzione lavori tra parrocchia e Soprintendenza: per la prima interviene Marco Merello, per la seconda Fernando Fiorino. L’impresa è naturalmente la stessa, la Terna Costruzioni srl. L'articolo integrale nell'Azione del 2 agosto.

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