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Parla ‘Maupal’, autore del murales su Papa Francesco

L’artista Maurizio Pallotta, che già aveva rappresentato il Pontefice nei panni di un super eroe, racconta la sua stima per il Pontefice e promette di tornare presto all’opera a Borgo Pio

Parla ‘Maupal’, autore del murales su Papa Francesco

apa Francesco gioca a “Tris” e vince usando al posto dei tradizionali pallini il simbolo della pace. Il tutto mentre una guardia svizzera fa da palo. È questo il murales apparso a Borgo Pio mercoledì 19 ottobre e cancellato poco dopo dagli addetti del Comune di Roma. Nonostante ciò, l’immagine è diventata virale sui social e ha fatto la sua comparsa persino sul The Guardian. Autore di questa opera di street artè Mauro Pallotta, in arte Maupal, che già nel febbraio del 2014 aveva rappresentato Papa Francesco come un super eroe. Abbiamo contattato Maupal che ha risposto alle nostre domande.

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Cosa ha voluto comunicare con questa sua ultima opera?
L’unica cosa che posso dire riguardo l’opera apparsa mercoledì è che, a me è sembrato un chiaro messaggio di Papa Francesco all’umanità intera, alla quale lui indica l’unica via vincente: la pace. Invece la Guardia svizzera che fa da palo, potrebbe rappresentare l’ormai diffuso proibizionismo nei confronti del giusto e del bene.

Quante opere ha realizzato a Roma?
Non le ho contate..

Cosa l’ha portata a rappresentare in più di un’occasione Papa Francesco?
Ogni volta che Papa Francesco dice qualcosa, tutti sono pronti a dargli ragione con l’apparente volontà di seguire i suoi consigli, ma subito dopo ritornano nei meandri e nella logica di una società totalmente dedita al denaro, costi quel che costi. Le sue parole vengono, così, accantonate o dimenticate. Al contrario, un disegno resta nella memoria visiva e ritorna in mente come il suono di un tamburo.

Nel 2014 il suo primo graffito su Papa Francesco. Si aspettava un’eco mondiale?
Assolutamente no, era anche la mia prima opera in strada. Ho apparentemente rappresentato Papa Francesco come un super eroe dai poteri speciali, ma se lo si osserva bene, porta con sé vari elementi che riconducono alla sua immensa umiltà e alla sua enorme umanità. Basterebbe vedere gli occhiali, la pancetta e la sciarpetta della sua squadra del cuore per capire a fondo quell’opera. Inoltre, anche se non feci in tempo a scriverlo, volevo aggiungere una frase che diceva “Io non sono un super eroe, ma sono il servo dei servi di Dio”. Non mi aspettavo un eco mondiale. Continuo a vivere la mia vita come se nulla fosse, non mi sento né come Banksy né come nessun altro. Vado avanti per la mia strada, anche perché è l’unica che conosco e della quale mi fido.

Già allora la sua opera fu cancellata dagli addetti del comune e la stessa cosa si è ripetuta mercoledì. Qual è il suo giudizio sulla solerzia degli operatori comunali?
Credo che l’immagine di un Papa rappresentato su un muro desti maggiore attenzione rispetto ad una qualunque altra immagine. Però, da cittadino romano mi sentirei certamente più orgoglioso se questa solerzia venisse usata, sempre, comunque e indistintamente.

Lei ha avuto modo di incontrare il Santo Padre durante un’udienza generale. Cosa vi siete detti?
Ho donato l’opera Super Pope al Papa e sembrava molto divertito. Oltre ad una carezza sulla guancia, purtroppo per motivi di tempo non ho avuto modo di parlarci in maniera approfondita.

La vedremo ancora all’opera a Borgo Pio!?
Senza dubbio…

[Fonte: L’Ancora online]

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