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QUARESIMA: conversione all’ascolto, alla realtà e alla spiritualità

La chiedono i vescovi italiani

QUARESIMA: conversione all’ascolto, alla realtà e alla spiritualità

Una conversione all’ascolto, alla realtà e alla spiritualità. È questo che i vescovi italiani chiedono alla Chiesa e ai credenti per la Quaresima che inizia mercoledì 2 marzo. Lo fanno in un messaggio dal titolo “Quando venne la pienezza del tempo (Gal 4,4)”. Non a caso di parte da un appello alla conversione all’ascolto. Dei bambini, anzitutto, dei giovani, degli operatori sanitari, ma anche dei parroci e dei loro collaboratori. “Ascoltare in profondità tutte queste voci anzitutto fa bene alla Chiesa stessa – scrivono i vescovi -. Sentiamo il bisogno di imparare ad ascoltare in modo empatico, interpellati in prima persona ogni volta che un fratello si apre con noi. Nella Bibbia – ricordano – è anzitutto Dio che ascolta il grido del suo popolo sofferente e si muove con compassione per la sua salvezza. Ma poi l’ascolto è l’imperativo rivolto al credente, che risuona anche sulla bocca di Gesù come il primo e più grande dei comandamenti: “Ascolta, Israele!”. E l’ascolto - proseguono -, trasforma anzitutto chi ascolta, scongiurando il rischio della supponenza e dell’autoreferenzialità”.

Ancoràti alla realtà

Nelle parole dei presuli, un invito forte a quell’“ancoraggio alla realtà storica” che “caratterizza la fede cristiana. Non cediamo alla tentazione di un passato idealizzato o di un’attesa del futuro dal davanzale della finestra – è l’invito -. È invece urgente l’obbedienza al presente, senza lasciarsi vincere dalla paura che paralizza, dai rimpianti o dalle illusioni. L’atteggiamento del cristiano è quello della perseveranza. Questa perseveranza è il comportamento quotidiano del cristiano che sostiene il peso della storia, personale e comunitaria”. “La fede non è una bacchetta magica - avvertono -. Quando le soluzioni ai problemi richiedono percorsi lunghi, serve pazienza, la pazienza cristiana, che rifugge da scorciatoie semplicistiche e consente di restare saldi nell’impegno per il bene di tutti e non per un vantaggio egoistico o di parte”.

Un tempo dello Spirito

Il cammino sinodale, riflettono ancora i vescovi, “sta facendo maturare nelle Chiese in Italia un modo nuovo di ascoltare la realtà per giudicarla in modo spirituale e produrre scelte più evangeliche”. Lo Spirito, infatti, non aliena dalla storia: mentre radica nel presente, spinge a cambiarlo in meglio. Per il cristiano – si legge nel messaggio – “questo non è semplicemente il tempo segnato dalle restrizioni dovute alla pandemia. È invece un tempo dello Spirito, un tempo di pienezza, perché contiene opportunità di amore creativo che in nessun’altra epoca storica si erano ancora presentate. Forse non siamo abbastanza liberi di cuore da riconoscere queste opportunità di amore, perché frenati dalla paura o condizionati da aspettative irrealistiche”, l’analisi offerta. Lo Spirito invece “continua a lavorare come sempre” e “domanda al credente di considerare ancora oggi la realtà in chiave pasquale, come ha testimoniato Gesù, e non come la vede il mondo”. In questa logica, “cominciare a vivere la Pasqua, che ci attende al termine del tempo di Quaresima, significa considerare la storia nell’ottica dell’amore, anche se questo comporta di portare la croce propria e altrui”.

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