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Ricordiamo la nostra storia!

I nostri antenati e l’emigrazione.

Ricordiamo la nostra storia!

Le dichiarazioni del 19 giugno relative alla cosiddetta legge sullo “Ius soli”, presentata dal governo, mi impongono di scrivere, perché i parlamentari di Forza Italia, Lega e i Grillini stanno perdendo il buon senso. Non avendo ancora - grazie a Dio - perso la memoria, il mio pensiero va a Revine Lago, tanti anni fa, quando due signore, figlie di genitori di Revine, vengono - e per sempre - nella terra dei genitori, emigrati in America del Sud, e chiedono la cittadinanza. Presento la richiesta come patronato Inas e mi viene respinta. La legge “Ius sanguinis” era vigente. Le leggi vanno e vengono a seconda di chi vince. Oggi si propone che il diritto di cittadinanza possa essere richiesto da chi è nato in Italia per “diritto di suolo” (rispettando alcune condizioni, ndr). L’immorale spettacolo televisivo alla Camera non lo avevo mai visto dopo la vittoria del 1945. E mi sto chiedendo: siamo ritornati al pensiero del ventennio fascista? E allora per quel poco che conosco e per vicende familiari vado al 1948: la legge De Gasperi, lavoratori in cambio di carbone. L’Italia senza lavoro non poteva che accettare. E in terra belga in meno di vent’anni ritorna una bara scortata dalle due bandiere nazionali. Dalla Svizzera arriva un’altra persona che lavorando agli altiforni aveva perso la salute. Il mondo sta capovolgendosi: ora i Paesi africani, che erano stati occupati dall’Italia durante il Ventennio (Eritrea, Somalia ed Etiopia...), cercano da noi il pane e il lavoro. Fuggono dalle atrocità dell’estremismo islamico. Ma noi italiani - soprattutto quella quota di parlamentari ai quali non è lecito “sporcarsi le mani” - predichiamo il no alla cittadinanza a quelli che sono nati in Italia e non vogliamo riconoscere loro questo diritto. E allora la mia mente ritorna all’intera famiglia di mio zio, Innocente Meneghin, che nel 1920 partì per Stafford e Springfield negli Stati Uniti, assieme ad altri vittoriesi. Oggi due sole famiglie di origine italiane contano 120 persone, tutte cittadini statunitensi. Che dire a questi poco illustri parlamentari? Oggi l’Argentina per più del 60% è fatta di emigrati italiani. E che dire del Brasile, quando leggendo l’elenco telefonico non capivo più se ero a San Paolo o a Vittorio Veneto? Ma noi siamo “razza italiana e pura”... Fermiamoci a riflettere sulla nostra storia... Se continuiamo con il no, potremo essere considerati un popolo di lavoratori, certo, ma ingiusti.Francesca MeneghinVittorio Veneto

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