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SCUOLA: i dati Invalsi certificano diseguaglianze territoriali

La preoccupazione di Save The Children

SCUOLA: i dati Invalsi certificano diseguaglianze territoriali

I dati Invalsi ci restituiscono la fotografia di un Paese dove, nonostante alcuni miglioramenti, si accentuano le disuguaglianze, che bloccano la crescita educativa dei bambini e delle bambine che vivono nelle zone più svantaggiate del Paese, soprattutto al Sud, con effetti drammatici sugli apprendimenti”, spiega Raffaela Milano, direttrice Programmi e Advocacy Italia-Europa di Save the Children. Il Rapporto Invalsi sottolinea che per gli alunni alla fine del ciclo di studio, in quinta superiore, la caduta nei livelli di competenza sia di italiano che di matematica registrata tra il 2019 e il 2021, si è stabilizzata, senza però recuperare nel 2023 il terreno perso durante gli anni della pandemia. Ai divari territoriali - che sono presenti già dalla scuola primaria e via via si ampliano con una più pronunciata faglia Nord-Sud soprattutto in matematica e in inglese - si aggiunge la segregazione formativa tra indirizzi di studio e l’ampliamento del divario di genere fino alle scuole superiori, con le ragazze più competenti nelle prove di italiano e i ragazzi in quelle di matematica.

È fondamentale l’investimento di lungo periodo per la attivazione di una rete di asili nido su tutto il territorio nazionale e, allo stesso tempo, è urgente un intervento immediato sulle aree del Paese più deprivate, per attivare vere e proprie aree ad alta densità educativa con un forte potenziamento dell’offerta scolastica, dal punto di vista del personale scolastico, del tempo pieno e delle mense, così come delle opportunità extra scolastiche, essenziali per la crescita di bambini, bambine e adolescenti. Inoltre, in vista della ripresa dell’anno scolastico, di fronte all’impennata dell’inflazione, è necessario concentrarsi subito sulla necessità di fare in modo che a settembre nessun bambino e adolescente sia privato del necessario per frequentare la scuola, a partire dai libri scolastici. In un Paese dove quasi un milione e quattrocentomila bambini vivono in povertà assoluta è indispensabile fare in modo che l’aumento dei prezzi e l’impoverimento delle famiglie non pesino anche sull’accesso all’istruzione”, ha concluso Raffaela Milano. 

SCUOLA: i dati Invalsi certificano diseguaglianze territoriali
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