SINODO: Papa, “non è del Signore il cuore chiuso nelle proprie convinzioni”
Ieri la messa di apertura
“Ciascuno, qui, si sentirà libero di esprimersi tanto più spontaneamente e liberamente, quanto più percepirà attorno a sé la presenza di amici che gli vogliono bene e che rispettano, apprezzano e desiderano ascoltare ciò che ha da dire”. Sono le parole del Papa sul clima sinodale, pronunciate il 2 ottobre nell’omelia della Messa di apertura della seconda sessione del Sinodo sulla sinodalità, presieduta in piazza San Pietro. “E questa per noi non è solo una tecnica di facilitazione del dialogo o una dinamica di comunicazione di gruppo: abbracciare, proteggere e prendersi cura è infatti parte stessa dell’indole della Chiesa, per sua vocazione luogo ospitale di raccolta, dove la carità collegiale esige una perfetta armonia, da cui risulta la sua forza morale, la sua bellezza spirituale, la sua esemplarità”.
“Tra noi ci sono molte persone forti, preparate, capaci di sollevarsi in alto con i movimenti vigorosi di riflessioni e intuizioni geniali”, ha osservato Francesco: “Tutto ciò è una ricchezza, che ci stimola, ci spinge, ci costringe a volte a pensare in modo più aperto e ad andare avanti con decisione, come pure ci aiuta a rimanere saldi nella fede di fronte a sfide e difficoltà. Però è un dono che va unito, a tempo opportuno, alla capacità di rilassare i muscoli e di chinarsi, per offrirsi gli uni agli altri come abbraccio accogliente e luogo di riparo: per essere, come diceva San Paolo VI, una casa di fratelli, un’officina d’intensa attività, un cenacolo di ardente spiritualità”. “Il cuore aperto, il cuore in dialogo, ma non è del Signore il cuore chiuso nelle proprie convinzioni”, ha aggiunto a braccio: “Non c’è maggioranza o minoranza: quello che è fondamentale è l’armonia, che soltanto può farla lo Spirito Santo, che con tante voci diverse può creare una sola voce. Pensiamo alla mattina di Pentecoste, a come lo Spirito ha creato quella armonia nelle differenze”.
“Non è in grado di sentire la voce del Signore chi con arroganza presume e pretende di averne l’esclusiva", ha detto ancora Francesco. “Ogni parola invece va accolta con gratitudine e semplicità, per farsi eco di ciò che Dio ha donato a beneficio dei fratelli”, ha raccomandato Francesco, esortando a “non trasformare i nostri contributi in puntigli da difendere o agende da imporre”, ma ad offrirli “come doni da condividere, pronti anche a sacrificare ciò che è particolare, se ciò può servire a far nascere insieme qualcosa di nuovo secondo il progetto di Dio”. “Altrimenti finiremo per chiuderci in dialoghi tra sordi, dove ciascuno cerca di tirare acqua al proprio mulino senza ascoltare gli altri, e soprattutto senza ascoltare la voce del Signore”, il grido d’allarme del Papa: “Ricordiamoci che nel deserto non si scherza: se non si presta attenzione alla guida, presumendo di bastare a sé stessi, si può morire di fame e di sete, trascinando con sé anche gli altri. Mettiamoci dunque in ascolto della voce di Dio e del suo angelo, se davvero vogliamo procedere sicuri nel nostro cammino al di là dei limiti e delle difficoltà”.
Fonte: AgenSir
Foto Vatican Media/SIR
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