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TREVISO: Focolai di Covid nei Balcani, badanti e famiglie in difficoltà

Le Acli chiedono agli enti pubblici di mobilitarsi

TREVISO: Focolai di Covid nei Balcani, badanti e famiglie in difficoltà

Grande apprensione delle famiglie in questi giorni per i focolai Covid 19 da paesi balcanici. L’estate è un momento complesso per chi ha anziani e assistenti familiari in casa, perché si trova a dover gestire ferie, sostituzioni, rientri in Italia di chi ha passato un breve periodo nei paesi di origine, quarantene, tamponi e quant’altro…. Troppo spesso la solitudine nell’orientarsi su come fare dà adito a tante preoccupazioni, difficoltà, anche incomprensioni.

“Da sempre l’estate è un momento complesso – ha spiegato ai microfoni di Antenna Tre la scorsa settimana Laura Vacilotto, presidente provinciale Acli – soprattutto per il bisogno di gestire il tempo delle ferie delle badanti con sostituzioni, inserimenti nuovi in famiglia, appoggio ad altri servizi…. Quest’anno poi si aggiunge l’epidemia e l’invito accorato a fare il test per le assistenti familiari che rientrano in Italia e verificare l’eventuale contagio da Coronavirus. Ma il tema non è solo insistere per questa procedura di buon senso e di prevenzione della salute. E’ soprattutto pensare e sostenere il “dopo”, perché in caso di positività rischia di aprirsi un vulnus in famiglia non di poco conto”.

I legami fiduciari tra persona assistita, assistente e famiglia sono importanti, lunghi e delicati a crearsi ed anche fragili. E’ necessario fare i test, verificare e prevenire, ma non si può dimenticare che ci sono conseguenze. “Per questo da un lato come Acli insistiamo sul concesso di senso civico e dall’altro chiediamo con forza l’accompagnamento di questo processo anche da parte degli enti pubblici”.

UN AIUTO CONCRETO PER GESTIRE LA QUARANTENA

“Avere la lavoratrice domestica in regola viene in aiuto proprio in questo momento – ha precisato Laura Vacilotto -. La Cassa Colf, un fondo sanitario e assistenziale dedicato, consente una diaria giornaliera per vivere il periodo di quarantena fuori dal domicilio in cui abitualmente si risiede e lavora”. Regolare i rapporti di lavoro è SEMPRE meglio, e questo è solo uno dei motivi.

“Due sono i temi stringenti, ancora di più nel tempo della pandemia: il primo è la formazione continua della lavoratrici domestiche, che torna importante anche per gestire eventi imprevedibili; il secondo è la gestione della dinamica domanda-offerta di lavoro. Spesso questi processi hanno tempi lunghi rispetto al bisogno pregnante delle persone che si rivolgono a noi. Serve collaborazione tra soggetti diversi, pubblico e privato, per sperimentare percorsi innovativi e di risposta più immediata”.

Come a dire, non si può ragionare solo sulle paure che immobilizzano ma si deve sperimentare strade nuove che rispondono ai bisogni. (fonte: Acli Treviso)

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