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TREVISO: emergenza Covid, il punto su scuole, trasporti ed emergenza abitativa

Incontro in Prefettura

TREVISO: emergenza Covid, il punto su scuole, trasporti ed emergenza abitativa

Si è svolta in Prefettura, convocata dal Prefetto di Treviso - Maria Rosaria Laganà – una riunione nel corso della quale è stato fatto un punto di situazione sullo stato di attuazione, in questa provincia, delle indicazioni finalizzate alla prevenzione del contagio da Covid 19 - contenute nel Documento tecnico diramato dal Ministero dell’Istruzione - in vista dell’apertura, dal prossimo mese di settembre, del nuovo anno scolastico. Alla riunione sono stati invitati il Sindaco del Capoluogo cittadino, in qualità di Presidente Anci Veneto, il Presidente della Provincia, i Presidenti dei Comitati dei Sindaci dei distretti di Treviso, Pieve di Soligo ed Asolo, e il Direttore dell’Ufficio scolastico provinciale.

Il quadro delineato dagli interlocutori intervenuti, in particolare dal Presidente della Provincia e dal Direttore dell’Ufficio Scolastico Provinciale, è stato sostanzialmente positivo ed è il frutto della condivisione strategica e dell’azione sinergica dei vari attori coinvolti. 

Per quanto riguarda il tema degli spazi negli edifici scolastici, entrambi hanno evidenziato come le nuove Linee guida ministeriali - integrate con le indicazioni della Regione Veneto -  hanno fatto molta chiarezza, anche se restano i nodi delle risorse e del personale per supportare la nuova e più complessa organizzazione scolastica. Per quanto concerne questa provincia, nella maggior parte degli istituti scolastici, grazie ai nuovi standard organizzativi e logistici già adottati, sarà assicurata la ripresa in sicurezza dell’attività didattica in presenza. Alcune lievi criticità, rilevate in alcuni plessi scolastici, saranno superate attraverso piccoli interventi di edilizia leggera, che troveranno copertura finanziaria grazie alle risorse messe a disposizione dalla Provincia. Per altre situazioni più critiche, rilevate soprattutto in alcuni istituti scolastici del Capoluogo cittadino e nel comune di Castelfranco Veneto, la Provincia ha già predisposto un piano di riallocazione che, nel complesso, interesserà ben 44 classi. Non mancano le incognite, legate prevalentemente all’andamento – oggi ancora non prevedibile - dell’epidemia e ai tempi di approvvigionamento di alcuni presìdi e forniture, necessari a garantire il rispetto delle misure di contenimento individuali e collettive.

Un focus particolare è stato dedicato ai problemi del trasporto scolastico, delle mense e a quello delle palestre che, invece, appaiono connotati ancora da molte incertezze. Il nodo del trasporto scolastico è sicuramente cruciale e, al contempo, quello più critico in vista della ripresa dell’anno scolastico, alla luce delle attuali norme anti Covid19 che impongono sui mezzi di trasporto una presenza ridotta dell’utenza (max 60%). Al riguardo, la Provincia auspica nuove regole sull'occupazione dei posti e l’individuazione di ulteriori risorse per garantire agli studenti, che rappresentano una fetta considerevole dell’utenza del trasporto urbano ed extraurbano, un servizio adeguato e sicuro. Sono allo studio, comunque, altre soluzioni come la proposta sugli orari, da concordare con i dirigenti scolastici, ovvero quella di scaglionare gli ingressi e le uscite degli studenti secondo due fasce orarie (alle ore 8 e alle 9 e alle ore 12 e 13), da coordinare con un nuovo piano dei trasporti a livello provinciale.

Per mense e palestre il problema emergente è, prevalentemente, quello dato dal considerevole aumento degli costi di gestione che derivano dalle ripetute attività di sanificazione e igienizzazione a cui i locali, gli arredi e le suppellettili devono essere continuamente sottoposti.

Gli intervenuti hanno espresso l’auspicio che da parte del Ministero dell’Istruzione siano diramate indicazioni tecniche per il contenimento del Covid 19, anche per gli istituti educativi che accolgono bambini compresi nella fascia di età 0-6 anni - ovvero asili nido ed istituti per l’infanzia – attualmente non contemplati nel Documento di pianificazione diramato dal suddetto Ministero.

Nel medesimo consesso, integrato nella sua composizione dal Direttore di ATER (Azienda territoriale per l'edilizia residenziale della provincia di Treviso) e da alcuni suoi stretti collaboratori, si è fatto anche un punto di situazione sul problema del “disagio abitativo” in provincia di Treviso. Al riguardo, è emerso che a seguito dell’emergenza da Covid 19 il numero delle richieste di aiuto ai comuni da parte famiglie che faticano a pagare l’affitto o le rate del mutuo o che si trovano già in emergenza abitativa a causa di uno sfratto esecutivo, è aumentato in modo significativo. Il timore è che con l’avvento dell’autunno, quando saranno più visibili le conseguenze economiche della pandemia, la situazione possa ulteriormente aggravarsi. I Sindaci presenti hanno evidenziato che già ora i comuni non riescono a soddisfare tutte le richieste a causa della scarsa disponibilità di risorse. Laddove, pertanto, il numero delle famiglie a rischio sfratto dovesse aumentare, l’attuale disponibilità di alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP) non sarebbe sufficiente a soddisfare il bisogno abitativo delle famiglie. Né potrebbe farlo, in luogo dei comuni, la locale Azienda territoriale (ATER), i cui bilanci sono messi a dura prova sia a causa del numero, decisamente in aumento, dei casi di morosità, sia dalla vetustà del patrimonio immobiliare, costituito in gran parte da abitazioni che, anche se liberate dagli inquilini, necessitano di costi elevatissimi per la loro messa a norma, solo parte dei quali trova copertura dall’incasso dei canoni di locazione. La situazione sta destando particolare preoccupazione tanto che alcuni comuni e l’ATER hanno intensificato i loro già consolidati rapporti di collaborazione al fine dello studio e dell’approntamento di strategie condivise per rispondere al bisogno alloggiativo delle famiglie in difficoltà e di quelle a rischio fragilità (famiglie con anziani, giovani coppie con situazioni di lavoro precario, famiglie con disabili….). Il dato positivo emerso è che, al momento, in questa provincia è completamente assente il fenomeno delle occupazioni abusive.

L’incontro di oggi è l’ultimo, al momento, di un ciclo che ha visto la partecipazione di diversi soggetti, istituzionali e non, del territorio, coinvolti a vario titolo nella ricognizione degli effetti negativi sul piano economico e sociale della epidemia da Covid 19 e su eventuali misure o interventi da porre in essere per contrastarli.

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