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TREVISO: export condizionato dai rialzi dei prezzi

Nei primi nove mesi esportazioni a +15.5% su base annua

TREVISO: export condizionato dai rialzi dei prezzi

I dati relativi all’interscambio commerciale dell’Italia e dei territori aggiornati al 30 settembre 2022, resi noti dall’Istat qualche giorno fa, confermano dinamiche positive, seppur in attenuazione, territorialmente diffuse. Esportazioni e importazioni aumentano sia nel confronto con il trimestre precedente che rispetto ai primi nove mesi dell’anno scorso. La crescita su base annua rimane molto sostenuta: tra gennaio e settembre l’export nazionale aumenta complessivamente del +21,2% e quello Veneto del +17,5%. Variazioni ancora più importanti si registrano per le importazioni: +43,6% a livello nazionale e +39,4% in Veneto. Tuttavia, il dato di fondo è che la dinamica positiva dell’interscambio nel periodo è fortemente condizionata dai rialzi dei prezzi diffusi a quasi tutti i settori merceologici.

L’interscambio commerciale della provincia di Treviso

Chiarito in premessa che la dinamica positiva dell’export nel periodo in esame è fortemente condizionata dai rialzi dei prezzi, con questa tara andiamo a considerare i dati di dettaglio delle esportazioni trevigiane. Nei primi nove mesi del 2022 l’export trevigiano si porta a 12,2 miliardi di euro, con un incremento del +15,5% su base annua, più sostenuto verso i mercati Ue27 (+18,1%), grazie in particolare alle vendite verso Germania e Francia. Verso i mercati extra-Ue27 l’incremento medio del +11,6% è figlio di tendenze opposte: molto positive verso gli USA (+19,2%) terzo mercato di sbocco del “made in Treviso” con un peso del 8,3% sull’export provinciale totale; negative, come era da attendersi, verso la Russia (-20,4%), ma anche verso Cina e Hong Kong (-4,4%). Rispetto al 2021 risulta in recupero l’export trevigiano verso il Regno Unito (+8,7%), che tuttavia non riesce ancora a recuperare i livelli delle vendite pre-pandemia e pre-Brexit (-9,2% rispetto ai risultati conseguiti nei primi nove mesi 2019).

La dinamica import risente ancor di più della spirale inflativa: la variazione su base annua è attorno al +36%, senza significative differenze fra import intra-Ue ed extra-Ue. Si discostano dalla media l’import dai Paesi Bassi (+88,6%, variazione collegata in particolare alla filiera dell’elettronica e dei componenti elettrici) e l’import dalla Turchia (+67,5%, prodotti tessili e abbigliamento, fertilizzanti e metallurgia le voci maggiormente interessate all’aumento). Incide, probabilmente, la ricerca di traiettorie di approvvigionamento alternative e diversificazioni nell’acquisto di materie prime e semilavorati: forse in alternativa alla Cina, che ancora procede a singhiozzo tra un lockdown e l’altro, oppure perché non più disponibili nell’area interessata dal conflitto russo-ucraino.

L’analisi per settori delle esportazioni trevigiane porta ad evidenziare soprattutto i seguenti aspetti:

  • Macchinari, mobili ed elettrodomestici, le prime tre voci dell’export provinciale, crescono sottotono rispetto al dato medio provinciale; la variazione del +10,9% dei macchinari si trasforma in stallo per quanto riguarda le vendite nei mercati extra-Ue, con le sole eccezioni di USA (+23,3%) e Australia (+38,8%); reggono bene invece le vendite in ambito Ue27 (+21,2%); per gli elettrodomestici accade l’opposto: stallo delle vendite in ambito Ue27; +7,8% nei mercati extra-Ue, soprattutto negli USA (+59,5%), in Australia (+52,1%) e in Canada (+59,6%); le performance del mobile restano abbastanza simili tra mercati Ue (+13,6%) e mercati extra-Ue (+10,2%). Ottimo il recupero verso il Regno Unito (+22,2% su base annua, ma anche +7,5% rispetto ai valori pre-pandemia). Compare il segno negativo nell’export verso gli USA (-3,8%).
  • Nettamente sopra la media gli incrementi export di settori fortemente interessati da rincari delle materie prime come metallurgia (+29,1%), chimica (stessa variazione), carta e stampa (+42%). Ma anche le bevande (quindi Prosecco) vedono crescere l’export del +28,1% su base annua, in particolare nei mercati Ue (+37,5%) e specialmente in Francia (+62,4%).
  • In linea con l’incremento medio provinciale i settori legati al sistema moda: tessile, abbigliamento e calzaturiero. L’export di prodotti del tessile abbigliamento cresce di più verso i mercati extra-Ue (+20,9%), persino verso la Russia (+18,7% da 25,0 a 29,7 milioni di euro). Del +41,4% è l’incremento su base annua dell’import di prodotti tessili e dell’abbigliamento, con punte del +89,5% dalla Turchia (da 39,5 a 74,8 milioni) e del +107% dall’Egitto (da 11 a 23 milioni).

(comunicato stampa)

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