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Una festa magica per i ragazzi Adhd

A Pianzano una giornata di festa per le famiglie con figli Adhd. Probabilmente la prima in Italia

Una festa magica per i ragazzi Adhd

Probabilmente era la prima volta che in Italia veniva arrischiata l’organizzazione di una iniziativa del genere: una grande festa per famiglie con figli affetti da Adhd. Un acronimo dietro il quale si nascondono tante storie di difficoltà e sofferenza non facili per i bambini affetti dai cosiddetti “disturbi da deficit di attenzione iperattività”, che complicano la vita a loro e, parimenti, ai loro genitori e ai familiari.
È accaduto domenica scorsa a Pianzano per l’“Adhd Family Day”, organizzato dal Gruppo genitori Adhd Conegliano con la collaborazione e il sostegno di altre associazioni ed enti.
“Motori” dell’iniziativa sono state Silvija Kramersteter, coordinatrice del Gruppo genitori Adhd Conegliano, ed Emanuela Fornasier, psicologa e psicoterapeuta in questi anni dedicatasi in modo particolare a seguire bambini e famiglie con questa problematica.
La novità ha richiamato tanti, al punto che già due settimane prima erano state chiuse le iscrizioni. Così la mattina di domenica sono giunti nel salone parrocchiale di Pianzano in 190, con circa 65 ragazzini, in gran parte affetti da disturbi Adhd, per trascorrere insieme una giornata intera tra giochi, pranzo insieme, momenti formativi, amicizia.
«Avevamo un sogno e siamo riusciti a farlo diventare una meravigliosa realtà – raccontano –. Eravamo ben consapevoli dei rischi a cui si poteva andare incontro».
«Un evento di questo tipo non si può assolutamente improvvisare – ci spiega la dottoressa Fornasier –. Quindi avevamo pianificato lo svolgimento della giornata nel modo più dettagliato possibile, prevedendo le diverse situazioni e le possibili strategie da adottare. Per i giochi, ad esempio, siamo partiti un mese e mezzo prima, preparandone una cinquantina, per poi farne solo dieci. Anche lo spettacolo del clown è stato ripensato in modo che non sorgessero problemi».
Ruolo chiave per la riuscita della festa hanno avuto i volontari che sono stati con i ragazzi per tutto il giorno, una trentina, di estrazione diversa: chi con esperienze di animazione in parrocchia, volontari della Protezione civile, studenti universitari, ecc.
«È stata la dimostrazione – aggiunge la dottoressa Fornasier – che, con una adeguata formazione, è possibile realizzare una vera inclusione».
Tra i momenti delicati anche il pranzo, con un primo turno per i ragazzi e i volontari, mentre i genitori hanno pranzato dopo.
«Abbiamo voluto regalare ai genitori – spiega la Kramersteter – la possibilità di staccare la spina, affidando i figli ad altre persone almeno per un po’ di tempo. Alcuni genitori da anni non riuscivano a fare un pasto in tranquillità».
Nel pomeriggio ai genitori è stato proposto anche un incontro formativo su un tema specifico, la “tutela del minore Adhd, diritti previdenziali e scolastici”, che tocca aspetti legati alla vita quotidiana dei ragazzi con disturbi Adhd: con relatori gli avvocati Francesco Cheton e Francesca Raffaele e la dottoressa Christina Bachmann, che hanno fornito ai genitori indicazioni e consigli per aiutarli a gestire alcune problematiche ricorrenti nella vita dei loro figli.
E gli stessi relatori, alla luce della loro esperienza, hanno espresso la loro sorpresa e soddisfazione per la riuscita dell’evento.
Per offrire un’ulteriore occasione di confronto e approfondimento sulle problematiche legate ai disturbi Adhd il venerdì precedente alla festa si era svolto a Santa Lucia di Piave un incontro pubblico, tenuto dalla Fornasier, anche quello con una notevole partecipazione e grande interesse.
È la conferma del grande lavoro realizzato negli ultimi anni in questo territorio, in particolare in Sinistra Piave, per sensibilizzare su una serie di disturbi che colpiscono un numero crescente di bambini e ragazzi, ma non sempre considerato nella sua effettiva portata da quanti hanno rapporti con essi. E grazie a questa opera di coinvolgimento si stanno sviluppando maggiore attenzione, strategie ed alleanze educative con i diversi ambienti frequentati dai bambini, dalla scuola alle società sportive alle parrocchie.
«I genitori e i nostri ragazzi ci hanno chiesto e continuano a chiederci quando rifaremo una nuova festa. Ma la cosa più sensazionale è che anche i volontari hanno chiesto quando la rifaremo. Dopo aver sacrificato una domenica non può non sorprendere che abbiano subito rinnovato la loro disponibilità».
Franco Pozzebon

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