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VENETO: spesa sociale, asili nido e istruzione, regione ultima al nord

Ricerca annuale Welfare Index di Unipol e Ambrosetti

VENETO: spesa sociale, asili nido e istruzione, regione ultima al nord

“Ultimi al nord per asili nido, istruzione, spesa pro capite nella sanità pubblica. Il quadro uscito dalla ricerca annuale Welfare Index di Unipol e Ambrosetti restituisce un’immagine critica del Veneto che suscita preoccupazione”. Sono le parole della Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Veneto Erika Baldin che sottolinea: “I 22 indicatori segnalano che, quanto a carenza di investimenti, la competizione è con Calabria e Campania, anziché Lombardia ed Emilia. Uno smacco per chi vende un’immagine di eccellenza internazionale, smentita dai fatti. Accanto a dati virtuosi, come la bassa disoccupazione e la scarsa presenza di NEET, constato che per istruzione e formazione il Veneto, spendendo solo il 2,8% del PIL in questi settori cruciali, è al 18° posto su 20 Regioni.

Ma i numeri che balzano all’occhio sono anche altri, come i 7.747 euro spesi in media dalla Regione del Veneto per gli asili nido, a fronte dell’Emilia che investe 8.362 euro, autorizzando 30 posti ogni cento bambini mentre qui sono solo 20. Un riflesso della spesa generale pro capite per la sanità pubblica, dove il Veneto viaggia a quote meridionali (2083 euro) anziché giocarsela con le Regioni limitrofe (2269 la cifra emiliana). Senza contare il part time involontario delle donne, alle quali spesso è demandata la cura delle persone anziane e dei bambini, costringendole a lavorare meno all’esterno e quindi a contribuire meno al reddito familiare. Il che aumenta la necessità di spesa per i servizi sociali, poiché l’incremento delle aspettative di vita implica anche maggiori spese.

Quello veneto è un welfare sbilanciato verso le età avanzate, ma che non soddisfa efficacemente tutte le fasce di bisogno e le nuove povertà, nonostante la richiesta di protezione sociale emerga omogenea. All’assessora Lanzarin, che invoca l’autonomia differenziata citando i vertici trentini e altoatesini, rispondo che non c’è alcuna garanzia che in tal caso gli stanziamenti verrebbero spesi in maniera differente rispetto a oggi, anzi. Altre Regioni del nord non godono dell’autonomia, eppure sono lo stesso davanti al Veneto: è questione di visione politica, di scelte univoche improntate da anni verso la privatizzazione strisciante dei servizi e la loro rarefazione nel territorio”.

La consigliera Baldin continua ricordando “I 140mila euro di fondo sociale aggiuntivo, ottenuti dalle opposizioni lo scorso dicembre, grazie agli emendamenti al bilancio regionale da me presentati: soprattutto i fondi destinati all’autismo coprono un’esigenza crescente della popolazione, verso un tema considerato finora marginale rispetto alla sua reale incidenza nella società”.

Ma Zaia - conclude Baldin - non ha voluto introdurre l’addizionale IRPEF che avrebbe gravato solo sui redditi più alti, sostenendo ad esempio le case di riposo e in generale la spesa per le politiche sociali: ora c’è uno studio ufficiale e terzo a dire che essa è deficitaria, e che le cose non possono più andare avanti così”.

(comunicato stampa)

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