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CONEGLIANO: “adotta” una persona sola

Iniziativa delle parrocchia dei San Pio X, Parè e Collalbrigo

CONEGLIANO: “adotta” una persona sola

Nelle chiese di Parè, San Pio X e Collalbrigo sono state collocate delle anfore dove, chi vive una situazione di solitudine, può mettere dei biglietti con la richiesta di essere “adottato” oppure di ricevere in casa l’Eucaristia e la confessione. L’anfora richiama le nozze di Cana: quando Maria si accorge che manca il vino, chiede a Gesù di intervenire ed Egli invitò i servitori a riempire sei anfore con acqua che venne trasformata in vino. Allo stesso modo le tre comunità sono invitate a riconoscere situazioni di disagio e a farsene carico per trasformare la tristezza in gioia.
La bella iniziativa è una delle proposte concrete elaborate nel piano pastorale dell’unità Conegliano Ovest dal titolo “Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce...”. Un piano che riprende la lettera del vescovo Corrado “La rete non si squarciò” cercando di darvi concretezza con alcuni impegni comunitari.
«L’idea dell’“adozione” è molto semplice – spiega il parroco don Michele Maiolo –: chiediamo agli “adottanti” di telefonare almeno una volta alla settimana agli “adottati”. Non deve essere una cosa sporadica ma un appuntamento fisso. Ma la richiesta può anche essere di un incontro, in casa, con un sacerdote per la confessione o un ministro dell’Eucaristia per la comunione. Oppure può essere esposta una necessità concreta che cercheremo di soddisfare in modo riservato». Per coloro che sono in difficoltà economica è anche attivo il Centro Madre Teresa.
Un’altra iniziativa del piano e su cui si sta lavorando nell’unità pastorale è la costituzione di un gruppetto di persone disponibili ad accompagnare coloro che vivono un lutto. «Con un centinaio di funerali all’anno per me non è possibile mantenere i contatti con coloro che hanno vissuto un lutto – spiega don Michele –, da qui l’idea di chiedere la collaborazione di persone sensibili e idonee ad affiancarsi ad altri parrocchiani in un momento delicato di vita».
Il piano propone poi un potenziamento della formazione cristiana per divenire testimoni credibili del vangelo. Varie le proposte: preghiera mensile per i malati e i sofferenti; formazione per i giovani, lectio divina e ripresa di “A cena con la Parola”. Quest’ultimo è un momento di condivisione della Parola di Dio con meditazione e riflessioni personali guidate, che termina con una cena continuando a parlare di Cristo.
Il piano pone anche l’obiettivo di riscoprire il senso di appartenenza alla comunità in particolare riorganizzando l’apertura di centri parrocchiali e oratori dopo la messa domenicale: un caffè, giochi per i bambini, magari un aperitivo prima di pranzo.
Le tre comunità proseguono quindi il cammino intrapreso con la missione vissuta un anno fa, senza provare paura se la rete è vuota. La rete va rigettata con fiducia fidandosi di Lui. <+nw_boldcors>FC

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