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CONEGLIANO: il prof. Vettorello ha consegnato un libro per l'estate ad ognuno dei suoi studenti

Con la sua bici, nel mese di giugno ha portato a destinazione ben 86 volumi

CONEGLIANO: il prof. Vettorello ha consegnato un libro per l'estate ad ognuno dei suoi studenti

Trentun’anni, sposato con Giulia, di Vazzola, presidente dell’AC parrocchiale e membro del consiglio diocesano, il professor Fabio Vettorello insegna al Liceo Marconi di Conegliano. Nell’anno scolastico 2019/2020 ha accompagnato quattro classi (due del biennio e due del triennio), per un totale di 86 alunni. Nel mese di giugno, in venti giorni, con la sua bicicletta ha consegnato ai suoi studenti un libro per l’estate.

Come ti è venuta l’idea di fare visita ai tuoi studenti in bici?

È nato tutto un po’ per caso. Avevo dei libri doppi, circa una ventina, che potevano essere regalati. E poi, siccome non si poteva uscire per il Covid, avevo ripreso in mano la bicicletta. Da queste due casualità, quando si era capito che non si sarebbe più tornati a scuola, mi è venuto in mente di incontrare gli alunni. Inizialmente pensavo di fare visita solo agli studenti di quinta, dal momento che il prossimo anno non li avrei più visti. Poi ho pensato di fare qualcosa di più e lasciare a tutti i miei studenti qualcosa che ricordasse questo periodo. Ho voluto esprimere anche la mia gratitudine nei loro confronti e far capire che, come a loro mancano gli insegnanti, anche agli insegnanti mancano gli studenti.

E perché consegnare un libro?

Il libro è qualcosa di tangibile e riconducibile a questo tempo particolare che abbiamo vissuto: il libro è qualcosa che resta ed è memorabile. Ma l’ho scelto anche per la sua ricaduta didattica, perché quasi tutti i libri che ho consegnato sono inerenti al programma o comunque “spendibili” in classe. Poi con un libro si occupa il tempo in maniera positiva: in un’estate in cui i ragazzi avrebbero avuto più tempo libero, ho pensato che il libro fosse un’opportunità per vivere bene quel tempo.

Oggi sembra che i ragazzi leggano poco… Secondo te, perché?

Certo, il libro è in crisi ma forse perché, come scuola, non riusciamo a consigliare il libro giusto. Il libro giusto c’è, ma non tutti i libri sono giusti per tutti. A scuola, ma non solo lì, tendiamo a consigliare i libri che piacciono a noi; tuttavia, i libri che piacciono a noi non interessano o interessano solo poche persone. Poi non è del tutto vero che i ragazzi oggi non leggono: leggono poco del programma scolastico, magari perché non sono ben presentate certe letture o si dà uno stesso libro per tutta la classe.

Come hai scelto i libri?

Accertata la reperibilità e valutato il costo (i libri sono effettivamente regalati, ndr), ho scelto in base a due criteri. Il primo è l’attinenza didattica, cioè ho pensato ad un libro su cui si potesse tornare a scuola. Il secondo criterio è stato scegliere qualcosa che desse al ragazzo la sensazione di essere stato pensato e scelto: un libro che in qualche modo fosse attinente al ragazzo. Ho regalato, ad esempio, il libro Cuore di De Amicis a una persona che, da quanto ho visto e da quello che conosco, si spende per gli altri. Ogni libro poi aveva una dedica, che esplicitava la scelta attraverso una citazione. C’è stata la volontà di fare qualcosa di personale.

Qualche esempio di titolo?

Cuore di De Amicis, Così parlò Zarathustra di Nietzsche, I malavoglia di Verga, Il Fu Mattia Pascal di Pirandello, Moby Dick di Melville, ma anche romanzi di qualche autore contemporaneo, ad esempio Stephen King, per chi so amare il genere fantasy… Ma in generale ho consegnato dei classici.

Quali sono state le reazioni dei ragazzi quando sei arrivato a casa loro?

Sapevano che sarei passato nel mese di giugno, ma non sapevano in quale giorno e a che ora. Non volevo obbligarli a restare a casa perché arrivavo io: pertanto, a volte li ho trovati altre volte no. Quelli che ho trovato hanno espresso innanzi tutto gratitudine e poi la felicità e la gioia di sentirsi cercati. In qualche caso sono stato accolto dai genitori e ho parlato a lungo con loro.

I libri consegnati pensi che verranno letti? Chiederai un riscontro all’inizio del prossimo anno scolastico?

Mi auguro che prevalga la curiosità di capire il perché di questa mia scelta. Alcuni libri sono “a lunga scadenza”, non sono solo per l’anno successivo: penso, ad esempio, a Così parlò Zarathustra... Altri invece sono effettivamente per il prossimo anno scolastico. Sono dei classici e si collegano al programma: potrò prenderne spunto per spiegare, ad esempio, Verga. Ho inteso lanciare un ponte verso il nuovo anno scolastico. Non farò interrogazioni su questi testi: si tratta di un “surplus” che non voglio venga percepito come libro di scuola, ma come qualcosa di personale che incrocia anche la scuola. Non c’è solo il programma.

La tua è una bella testimonianza di vicinanza agli studenti. Secondo te la scuola potrebbe fare qualcosa di più in questa direzione?

I ragazzi e i genitori che ho incontrato hanno espresso gratitudine per come gli insegnanti, in questi mesi, si sono resi stati partecipi. Credo che la scuola (penso alla mia, ma non solo) ne esca rafforzata in termini di riconoscimento: ai ragazzi è mancata la scuola ed i genitori han capito di più e meglio che cosa fa un insegnante per i propri studenti, cioè i loro figli… Sono convinto che a settembre tutti torneranno a scuola volentieri. C’è una voglia di scuola che deve essere sfruttata. Questo periodo, inoltre, ci ha fatto capire che l’attenzione alla persona è centrale e che la persona viene prima di tutto il resto.

La conoscenza personale è educativamente strategica, allora?

Dalle visite che ho fatto ho potuto rendermi conto un po’ meglio delle storie personali dei miei studenti. Rientra nel prendersi cura delle persone: l’intervento didattico è efficace, se conosci chi hai davanti. Sai chi è lui, sai cosa puoi aspettarti e cosa chiedere: forse è un po’ utopistico, però se lo studente diventa una “storia”, e non solo un nome e cognome su un registro, allora migliora anche la qualità dell’intervento didattico. La scuola non trasmette solo contenuti, ma trasmette, attraverso i contenuti, anche senso e significato.

Alessio Magoga

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