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I politici che vogliamo

L'editoriale del direttore de L'Azione don Giampiero Moret

I politici che vogliamo

l razzo Renzi è partito. Si è creato nel Paese il clima tipico delle imprese spaziali: promettono cose meravigliose, ma sono piene di rischi. C’è simpatia attorno a questo sindacoragazzo che ha preso in mano il governo. Si è affascinati dal suo “entusiasmo e baldanza” - auto definizione del suo modo di fare. Ma c’è anche tanta paura perché se non ce la fa, non ne va solamente della sua faccia, ma della faccia di tutto il Paese. Renzi ha presentato un programma aderente alle necessità e una tabella di marcia impressionante, forse utopica.

Ma ci sono tanti dubbi: sulle forze che lo sostengono, sulle capacità della squadra di governo, giovane ma con scarsa esperienza, sui tremendi problemi in cui è incastrato il Paese. Se lui fallisce, che alternative ci sono? Solo i populismi sgangherati che vogliono buttare giù tutto per poi ricostruire tutto daccapo. a non ci sono solamente i problemi della sistemazione di un Paese disastrato. Noi vorremmo veder nascere da questo governo anche una nuova figura di politico.

 I tanti nostri guai sono causati anche dalla spaccatura che si è creata tra cittadini e classe politica. Su questa spaccatura prosperano i partiti dell’antipolitica. Il politico deve essere in primo luogo un cittadino esemplare da tutti i punti di vista. Credo che dal disgusto della gente nei confronti di politici che hanno prosperato in questi anni, sia possibile ricavare i tratti del buon politico. nestà. La prima repubblica è caduta quando ci si è accorti che la maggior parte dei politici aveva le mani sporche.

Ma la campagna delle mani pulite non ha avuto grande successo. La peste della corruzione ha infestato anche la seconda repubblica e non si riesce a fermarla. Quasi tutti i consigli regionali sono indagati per il cattivo uso delle risorse pubbliche. È assolutamente necessario che il potere politico non sia potere di spendere i soldi di tutti con leggerezza, per cose inutili o per i propri bisogni.

Il politico non sia colui che ha il potere di estorcere denaro dai cittadini che hanno bisogno di servizi. Il cittadino non deve pensare al politico come colui dal quale si ottengono favori facendogli scivolare tra le mani la bustarella.

Sobrietà. Una delle cose che maggiormente urta la nostra sensibilità di cittadini, sono i privilegi di cui gode il politico che niente hanno a che vedere con l’attività per la quale è stato eletto. È intollerabile constatare che mentre i salari dei lavoratori diminuiscono e mancano i soldi per il sostegno a chi ha perso il lavoro e per le pensioni, i politici abbiano stipendi e pensioni da nababbi. Dopo tante proteste e scandali vergognosi è stata approvata la legge che elimina il finanziamento pubblico dei partiti, ma con una clausola fatta apposta per suscitare critiche: entrerà il vigore solamente nel 2017.

Disinteresse. Il potere politico è per realizzare il bene comune e non il bene individuale. Questo esige che non ci sia nemmeno l’ombra che si acceda ad esso per i propri interessi. Il governo di Berlusconi, data l’ampiezza delle sue imprese e la consistenza del suo patrimonio, è stato costantemente inquinato dal dubbio che le sue decisioni fossero più attente ai propri interessi che al bene del Paese. Si è gridato per vent’anni allo scandalo, ma non si è mai fatto nulla. Probabilmente perché potevano essere scoperti tanti altri altarini. Tra le tante priorità del nuovo governo ci deve essere una legge chiarissima sul conflitto di interessi.

Trasparenza. I palazzi del potere sono spesso tenebrosi, invece dovrebbero essere tutti di vetro. La democrazia ha bisogno che tutto venga fatto alla luce del sole. Uno dei motivi del discredito nei confronti dei politici è che si muovano prevalentemente nell’ombra per cui i cittadini si trovano spesso di fronte a decisioni senza sapere perché sono state prese o a gravi danni senza riuscire a conoscere chi ne è il responsabile. Il governo dei democristiani, a torto o a ragione, è stato spesso qualificato come quello degli intrallazzi, delle ambiguità, delle trattative sottobanco, alla faccia dei “sì” e dei “no” chiari raccomandati dal vangelo. Ci sono molte speranze nei confronti del governo Renzi: affinché non siano deluse, è necessario che segni l’inizio non solo di una politica efficace che ci tiri fuori dalla crisi, ma anche di una nuova generazione di politici più degna dell’altissimo ruolo a cui sono chiamati.

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