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LE FATICHE DEL GOVERNO MELONI

L'editoriale del direttore, don Alessio Magoga

Parole chiave: maggioranza (1), Meloni (1), governo (2), politica (11), Italia (14), economia (8), giustizia (4)
LE FATICHE DEL GOVERNO MELONI

È un momento delicato quello che il governo Meloni sta attraversando in queste settimane. Innanzi tutto, per alcune vicende che vedono coinvolti alcuni membri della maggioranza, come il ministro Daniela Santanchè e il presidente del Senato Ignazio La Russa (ma, in realtà, non soltanto loro). La prima – la Santanchè – è stata costretta a chiarire in Senato la sua posizione in merito ad alcune irregolarità riguardanti delle aziende in cui ha ricoperto dei ruoli di responsabilità e che la trasmissione “Report” ha recentemente rivelato al grande pubblico, con il conseguente invito alle dimissioni. Il secondo – La Russa – è intervenuto “a gamba tesa” in difesa del figlio, assicurando di “aver constatato personalmente” l’inconsistenza delle gravi accuse di violenza che gli sono state mosse da una ragazza. In entrambi i casi, certamente, la giustizia farà il suo corso e (ci auguriamo) accerterà i fatti.

Tuttavia, è evidente un certo nervosismo e una certa insofferenza che pervadono l’intera maggioranza, anche per il rilievo mediatico che i due episodi stanno avendo. Nel 2015, Maurizio Lupi, allora ministro del governo Renzi, si dimise (o fu costretto a dimettersi dalla sua maggioranza) per un Rolex che era stato regalato al figlio e che fu interpretato come un possibile atto di corruzione (mai provata, tra l’altro, in sede giudiziaria e senza mai essere stato indagato). L’altro caso – quello di La Russa – richiama un’altra vicenda, per certi versi simile, che vede sul banco degli imputati uno dei figli dell’ispiratore dei Movimento 5 Stelle: anche in questo caso, il padre (Beppe Grillo) si è schierato “senza se e senza ma” in favore dell’innocenza del figlio. L’impressione, in generale, è quella di un doppiopesismo: giustizialisti quando il caso è altrui, garantisti (o innocentisti) quando tocca la propria famiglia (o il proprio partito politico).

Tuttavia, non sono solo questi i punti di frizione che l’attuale compagine di governo è chiamata ad affrontare. Un’altra faglia di tensione, ad esempio, riguarda il ministro di Giustizia, Carlo Nordio, e (una parte della) Magistratura in riferimento ad una ventilata e profonda riforma della giustizia che vorrebbe depenalizzare, tra gli altri, l’abuso d’ufficio. A nostro avviso, però, quello che desta maggiore preoccupazione è l’ambito economico. Nonostante degli effettivi successi che il governo Meloni accampa (come, ad esempio, la crescita dell’occupazione e l’aumento del Pil, il Prodotto interno lordo, al di sopra delle attese), restano dei nervi scoperti.

Tralasciamo per ora il Mes, il Meccanismo europeo di stabilità avversato dalla maggioranza ma fortemente voluto dall’Europa e sul quale il governo si esprimerà probabilmente a settembre. A preoccupare, ora, sono la terza e soprattutto la quarta rata dei fondi europei del Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza), messi a rischio per il probabile “non raggiungimento” degli obiettivi che l’Italia si è prefissa e che condizionano l’assegnazione dei fondi stessi. Un problema non piccolo, questo, che riguarda tutti, perché, se i fondi non arrivano, è un bel guaio per il Paese intero, non solo per la maggioranza e per i suoi elettori. Nonostante dei timidi segni di ripresa, infatti, la congiuntura economica italiana (ma anche europea) è fragile a motivo della persistente inflazione che indebolisce il potere di acquisto dei salari e finisce per gravare soprattutto (come sempre) sulle categorie meno abbienti: è noto a tutti, solo per fare un esempio, il “dramma” dei mutui a tasso variabile che hanno visto lievitare le rate e stanno mettendo in croce molte famiglie.

Un momento delicato, quindi, quello che la maggioranza (ma anche il Paese) sta attraversando. C’è da augurarsi che il governo, senza disperdere tempo ed energie nella difesa a oltranza di alcuni (Santanchè e La Russa), affronti i problemi che riguardano tutti e che veramente assillano la Nazione, in primis quelli relativi al settore economico.

Alessio Magoga

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