Editoriale
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La custodia del creato

L'editoriale del direttore de L'Azione don Alessio Magoga.

La custodia del creato

"Nel 2014 un autorevole studio di un gruppo di ricercatori dell’Università di Stanford confermò che stiamo entrando nella sesta estinzione di massa”. Ho letto questa frase, senza dubbio piuttosto inquietante e di forte impatto, non su un libro catastrofico di qualche autore “ultra-ecologista” ma su di un pannello espositivo all’interno di un settore del Muse: il museo della scienza e della tecnica di Trento che ho potuto visitare con degli amici l’estate scorsa. Tra parentesi: un museo splendido e interattivo, che è stato ideato con criteri innovativi ed è diventato ben presto motivo di attrazione per folle di visitatori (più di un milione dalla sua apertura nel 2013!). Tra questi spiccano i giovani e i bambini: fatto per nulla scontato, trattandosi di un museo.

Per “estinzione di massa” si intende un periodo relativamente breve durante il quale avviene una rapida modificazione dell’ecosistema della terra, con la conseguente scomparsa di un gran numero di specie animali e vegetali. Il pannello del Muse era accompagnato da immagini, testi e grafici che illustravano le cinque estinzioni di massa, la più recente delle quali – tanto per avere un’idea – fu responsabile della scomparsa dei dinosauri quasi 65 milioni di anni fa.

Tuttavia, tra le estinzioni di massa che ci hanno preceduto e quella che sembra profilarsi all’orizzonte in questi decenni c’è una grande differenza. Ora, per la prima volta nella storia del pianeta, concludeva l’iscrizione del Muse: “L’agente scatenante è l’uomo e tutto accade nella sua totale indifferenza”. A qualcuno potrà sembrare esagerato il tenore del testo, ma se leggiamo l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco ne ricaviamo un’impressione piuttosto simile. Il Pontefice è molto preoccupato dello stato di salute del pianeta e chiede a tutti gli uomini di buona volontà – e soprattutto alle grandi potenze – urgenti cambiamenti per salvare la terra.

Sempre il Papa, nel messaggio per la Giornata della custodia del creato del primo settembre scorso, scrive: “Il pianeta continua a riscaldarsi, in parte a causa dell’attività umana: il 2015 è stato l’anno più caldo mai registrato e probabilmente il 2016 lo sarà ancora di più. Questo provoca siccità, inondazioni, incendi ed eventi meteorologici estremi sempre più gravi”. E poi, nel medesimo messaggio, il Papa mette in relazione i cambiamenti climatici con la straziante crisi delle migrazioni: “I poveri del mondo, che pure sono i meno responsabili dei cambiamenti climatici, sono i più vulnerabili e già ne subiscono gli effetti”. Per usare le parole di una canzone, ci stiamo dimenticando che “il padrone della festa” non è l’uomo ma l’ambiente. E se non lo rispettiamo l’ambiente ci presenterà il conto, come in realtà sta già iniziando a fare. Per dirla ancora con le parole della canzone di Fabi-Gazzè- Silvestri: “Ciò che ti riguarda mi riguarda, come ciò che lo riguarda ti riguarda”, perché in realtà “siamo ammanettati tutti insieme alla stessa bomba”.

La bomba è quella del possibile tracollo del pianeta, se non prendiamo tutti insieme degli urgenti provvedimenti. E per papa Francesco, infatti, è necessario “un fermo proposito di cambiare vita”, attraverso “atteggiamenti e comportamenti concreti più rispettosi del creato” e “la cura della casa comune”. La Giornata diocesana per la custodia del creato, che come diocesi vivremo il prossimo 2 ottobre, è certo un piccolo segno. Tuttavia, può far crescere la consapevolezza della necessità della salvaguardia del nostro ambiente e può aiutarci ad assumere con più coraggio e in forma comunitaria la responsabilità di custodirlo.

Alessio Magoga

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