Editoriale
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QUESTIONE DI RESPONSABILITA'

L'editoriale del direttore, don Alessio Magoga

QUESTIONE DI RESPONSABILITA'

Il momento che stiamo vivendo è difficile. La guerra in Ucraina e le conseguenze di due lunghi anni di pandemia stanno incidendo in modo molto pesante sul sistema-Paese, sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista politico. L’inflazione in Italia, stimata oggi attorno al 9%, ha raggiunto livelli che non si vedevano dagli anni ’80. L’aumento del costo delle materie prime e dell’energia – in particolare il gas naturale – mette in grave difficoltà sia le fasce più fragili della società sia il sistema produttivo del Paese, con effetti negativi a catena su imprese e singoli cittadini: come pure su scuole e asili, passando per le parrocchie e per le strutture delle comunità parrocchiali o delle realtà ecclesiali. Siamo tutti sulla stessa barca. Eccetto alcuni, cioè gli speculatori, che purtroppo non mancano e sfruttano questa temperie per arricchirsi a danno della comunità.

Come uscirne? Il ministro della Transizione ecologica (Mite), Roberto Cingolani, ha presentato proprio in questi giorni il piano nazionale di contenimento dei consumi di “gas naturale”: proprio l’aumento di quest’ultimo (anche a causa del blocco – per ora parziale – del gas proveniente dalla Russia) è tra i primi responsabili dell’attuale situazione di crisi. Nel suo piano, Cingolani dà alcune indicazioni molto pratiche perché si possano diminuire i consumi di gas nelle case e nelle imprese: ad esempio, è prevista la riduzione di un grado del riscaldamento degli edifici (17° per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili; 19° per tutti gli altri edifici); l'accensione del riscaldamento viene ridotta di 15 giorni (posticipando di 8 giorni l’inizio e anticipando di 7 la fine) e di un’ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione… Per qualcuno queste indicazioni potranno apparire risibili, ma se sono prese sul serio da tutti i cittadini di un Paese possono portare ad un risparmio importante di gas: è calcolato attorno ai 5 miliardi di metri cubi annui. Certo, questo non è sufficiente. E infatti il piano prevede di diversificare il più possibile le fonti di approvvigionamento energetico e di investire nelle fonti rinnovabili: in entrambi i casi, però, sono previsti tempi non brevi.

Comunque la pensiamo su pandemia e guerra in Ucraina, credo che l’invito ad un uso più sobrio del gas (e dell’energia complessivamente) sia da accogliere “senza se e senza ma”. Una parte consistente della società italiana si è abituata negli anni scorsi – come sostiene anche Luca Ricolfi nel suo “La società signorile di massa” – a vivere al di sopra delle proprie possibilità, senza pensare che questo stato di cose prima o poi avrebbe presentato il conto. E invece sta proprio arrivando adesso. Il risparmio e l’uso più sobrio dell’energia sono dettati dalla congiuntura che stiamo attraversando, ma in realtà sono un appello che il pianeta ci sta rivolgendo da decenni, perché non è sostenibile – a livello planetario – lo stile di vita così “energivoro” che si è imposto negli ultimi decenni. Nel mese di settembre, che la Chiesa dedica alla cura del creato, queste considerazioni devono spingerci a cercare stili di vita più sostenibili e forme di approvvigionamento energetiche meno impattanti. Una volta superata la crisi, infatti, non si dovrà tornare ai modelli precedenti.

E poi c’è la questione politica. Il 25 settembre si vota. Anche in questo caso è chiamata in causa la nostra responsabilità. In queste settimane, che ci separano dal voto, pensiamoci e prepariamoci. Il superamento della crisi (energetica) passa anche da qui.

Alessio Magoga

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