Oggi Domenica
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Deserto e giardino

La riflessione sulla Parola di Dio domenicale.

Deserto e giardino

Domenica 5 marzo - I di Quaresima - anno A - prima settimana del Salterio - colore liturgico viola Gen 2, 7-9; 3, 1-7; Sal 50; Rm 5, 12-19; Mt 4, 1-11

Perdonaci, Signore: abbiamo peccato

Da dove iniziare il cammino di Quaresima che santa Madre Chiesa ogni anno ci propone? Semplice, ce lo dice il Vangelo di oggi: dal deserto. Però il percorso di questa domenica è un po’ strano. Se ci fa approdare ad un deserto, prima di tutto ci porta in un giardino, il giardino dell’Eden, il luogo della felicità in cui, messi alla prova, i primi uomini soccombono al tentatore (prima lettura). I primi uomini sono stati posti in una condizione invidiabile, un giardino! E tuttavia Dio non ha voluto trattarli come dei parenti poveri da subissare di regali. Ha chiesto loro di vivere con lui una relazione improntata alla fiducia, un rapporto autentico fondato su una scelta di amore. Ma è subentrata la tentazione che ha spinto i nostri progenitori a fare D a meno di Dio, di interpretare il suo agire come dettato dal dominio e dall’interesse e non dalla logica del dono. Prendere il posto di Dio in effetti è la tentazione ricorrente dell’uomo, illudersi di poter essere una norma per se stesso, senza riferirsi a nessun altro fuori di sé. Il risultato? Una dolorosa scoperta della propria nudità! Dal giardino dell’Eden la liturgia di questa prima domenica di Quaresima ci porta poi al deserto dove Gesù viene tentato dal diavolo, fino a condurci in seguito al giardino di Pasqua che fiorirà nella veglia pasquale.

La prima tentazione: “che queste pietre diventino pane”. Il pane è un bene indubitabile, eppure Gesù risponde giocando al rialzo, offrendo più vita: “Non di solo pane vivrà l’uomo”. Gesù rompe l’illusione che i beni da soli riempiono la vita. Il pane risponde alla fame, ma se diventa simbolo dell’esercizio di un potere va rifiutato. Gesù rifiuta di esercitare un potere perché vuole essere testimone di un Altro che esercita il potere: solo Dio, il Padre esercita il potere. Poi la seconda tentazione: come una sfida aperta a Dio: “Buttati giù, chiedi a Dio un miracolo”. Ciò che sembrerebbe il più alto atto di fede – gettati con fiducia! – ne è invece la caricatura, pura ricerca del proprio vantaggio. È come se Gesù ci mettesse in guardia: “tu non cerchi Dio, ma solo i suoi benefici. Non cerchi tuo Padre, ma un Dio magico a tuo servizio. Nella vita di tutti, prima o dopo viene la malattia, un fallimento, la morte. Perché Dio non interviene? Dove sono gli angeli che ha promesso? Dio Padre non salva dal dolore ma nel dolore, non salva dalla croce, ma nella croce. Come ha fatto con Gesù. Forse io non otterrò tutto ciò che chiedo, eppure avrò tutto ciò che mi serve, tutto ciò di cui ho bisogno. Io so che Dio sarà con me… ma come Lui vorrà!”.

Nella terza tentazione il diavolo alza ancora la posta: “Adorami e ti darò tutto il potere del mondo”. È come se dicesse: tu vuoi cambiare il corso della storia con la croce? Ma non funzionerà. Il mondo ha dei problemi, tu devi risolverli. Cosa risolve un crocefisso in più? Il mondo è già tutto una selva di croci! Prenditi il potere, occupa i posti chiave, fatti valere, così risolverai i problemi, solo così. E quanti l’hanno seguito! Quanti hanno fatto mercato di se stessi, vendendo la loro dignità di uomini o di donne, in cambio di denaro facile, di una poltrona, di un po’ di potere! Chi invece si fida di Gesù e lotta contro le inevitabili tentazioni, riuscirà a trasformare qualsiasi deserto in un luogo fecondo di giustizia e di pace, grazie all’amore che ha ricevuto e all’amore con cui risponde alla chiamata del Signore.

Don Piergiorgio Sanson

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