Oggi Domenica
stampa

La vera vite

Oggi Domenica: la riflessione sulla Parola di Dio domenicale.

La vera vite

Domenica 5 ottobre - XXVII del tempo ordinario - anno A
Is 5, 1-7; Sal 79; Fil 4, 6-9; Mt 21, 33-43
La vigna del Signore è la casa d’Israele

Terza settimana del Salterio

Mi pare che poche colture dipendano sia dal lavoro attento e competente dell’uomo sia dal ritmo delle stagioni come quella della vite. Però tutti sappiamo quanto sia difficile mantenere lo standard di qualità del vino a causa dell’avvicendarsi di annate favorevoli, difficili o addirittura contrarie. L’insieme dei fattori che entrano in gioco stimola a proporre la vite e la vigna come simboli della storia della salvezza, ma anche a riflettere sul delicato equilibrio tra natura e interventi umani. Il giusto Noè, salvato dal diluvio, “cominciò a piantare una vigna” (Genesi 9, 20) e il rigoglio dei vigneti è il segno delle benedizioni di Dio. La sposa feconda del giusto è paragonata alla vite (Salmo 128, 3). Invece coloro che opprimono il povero o sono infedeli al Signore “non berranno il vino delle loro vigne” (Deuteronomio 28, 30), che saranno divorate dai vermi e dalle cavallette o diverranno preda di rovi e di pruni, come denunciano i profeti.

In questo orizzonte il Dio di Israele è lo sposo e vignaiolo, che ha il suo popolo come vigna e sposa. Ad essa, centro delle attenzioni premurose di Dio, il profeta Isaia dedica un sublime “cantico d’amore”. Purtroppo il popolo d’Israele non ha corrisposto, producendo acini acerbi che indicano l’infedeltà coniugale, cioè l’idolatria, e degenerando in una società violenta e ingiusta con spargimento di sangue e grida di oppressi. Ad Isaia fa eco la parabola evangelica dei contadini omicidi, che rappresentano la classe dirigente di Israele costituita, al tempo di Gesù, dai capi dei sacerdoti, dagli anziani del popolo e dai farisei. Al colmo della corruzione e della prepotenza arrivano ad uccidere l’erede, il Figlio del padrone, per impossessarsi della vigna. I colpevoli saranno castigati dalla storia, ma dal sangue del Figlio germoglierà una nuova vite, che darà origine ad un popolo in grado di produrre i frutti abbondanti attesi dal Padre.

I vangeli sono percorsi da questo trapasso dall’antico e sterile Israele al nuovo popolo di Dio, nato dal fianco aperto del Crocifisso e fondato sulla pietra scartata dai costruttori. La vera vite è Gesù Cristo e noi i tralci, come egli è il corpo e noi le membra. I tralci uniti alla Vite in comunione vitale formano la Chiesa. Al di fuori o contro questa comunione i tralci sono condannati alla sterilità o a produrre acini acerbi e fogliame, perché senza di me non potete far nulla (Gv 15, 5). È una fecondità, che rivitalizza l’umanità alle radici per costruire il Regno di giustizia e di pace, e condanna i propagandisti, i devozionalisti e i miracolisti della religione (Mt 7, 21-23). Il vino, saturo dono della terra e del lavoro umano, offerto nel mistero eucaristico diventerà il segno sacramentale del sangue di Cristo per partecipare al suo amore, rimanere in lui ed espandere i tralci della vera vite fino ai confini della terra.

La vera vite
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento