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BORGO VALBELLUNA: sindacati contrari al comprensivo unico

Lanciata una petizione online

BORGO VALBELLUNA: sindacati contrari al comprensivo unico

“Io ci sto – In difesa degli Istituti comprensivi di Trichiana/Limana/Mel/Lentiai e Belluno 3”. È la petizione online lanciata dalle organizzazioni sindacali del comparto scuola, vale a dire Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals, Gilda. Sul tavolo la riorganizzazione dei Comprensivi nel territorio della Valbelluna di cui si era parlato a metà ottobre durante la Conferenza d’ambito, nella sede della Provincia di Belluno. La proposta approvata prevede di smembrare l’Istituto comprensivo di Trichiana-Limana, facendo confluire i cinque plessi del primo nell’Ic di Mel e, nello stesso tempo, di far rientrare i tre plessi di Limana nel Comprensivo 3 di Belluno, che a propria volta potrebbe andare a riorganizzarsi cedendo al Comprensivo Belluno 1 i plessi dell’asilo Cairoli e delle elementari Gabelli. Alla conferenza d’ambito erano presenti anche i sindacati, profondamente contrari sin dall’inizio all’operazione, sia da un punto di vista di metodo che di merito.

«Si è concluso il ciclo di assemblee convocate dalle organizzazioni sindacali del comparto scuola, rivolte al personale scolastico e ai rappresentanti dei genitori degli Istituti comprensivi di Mel, Belluno 3 e Trichiana», scrivono i segretari provinciali Lorenzo Rispoli (Cgil), Lorella Benvegnù (Cisl), Danila Tirabeni (Snals), Milena Zucco (Gilda). «Scopo degli incontri era informare le famiglie e il personale scolastico in merito alla proposta avanzata dai sindaci dei Comuni di Borgo Valbelluna, Limana e Belluno di smembramento del Comprensivo di Trichiana. Come sindacati ci siamo fatti carico di informare gli operatori e gli utenti del servizio scolastico sia del piano di riordino scolastico promosso dai sindaci, sia delle ricadute che lo stesso produrrà per il territorio e per i diversi soggetti a vario titolo coinvolti. Di fatto, ci siamo assunti un ruolo di supplenza delle amministrazioni comunali. Abbiamo portato in piena luce e promosso un ampio dibattito su un’operazione che sembrava destinata a rimanere appannaggio esclusivo del ceto amministrativo».

Le assemblee, come fanno sapere i sindacati, sono state molto partecipate, «hanno registrato la presenza nell’arco dei quattro pomeriggi di oltre 300 persone. Nel corso degli incontri sono emerse forti preoccupazioni per la tenuta dei vari plessi scolastici della sinistra Piave, soprattutto di quelli delle zone più periferiche e meno densamente popolate. Numeri alla mano, per le nuove realtà scolastiche che si andranno a costituire sarà infatti impossibile avere il personale necessario a tenere aperti tutti i plessi oggi esistenti».

«Le conseguenze saranno la concentrazione degli alunni in un numero inferiore di plessi rispetto ad oggi, con conseguenti disagi per molte famiglie, classi più numerose, un minor numero di docenti, con ricadute negative sulla qualità della didattica», proseguono Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals, Gilda. «Inoltre, le due realtà scolastiche di nuova costituzione si troveranno a governare territori piuttosto vasti, dal centro di Belluno a Navasa, da Sant’Antorio Tortal a Villapiana, con poco meno di 1.200 alunni ciascuno. È stato inoltre stigmatizzato come gli stessi organi di governo delle tre scuole coinvolte, i consigli di istituto e i collegi docenti, oltre agli stessi dirigenti scolastici fossero all’oscuro di tutto».

Le quattro organizzazioni sindacali hanno lanciato una petizione online: “Io ci sto”, «che in pochi giorni ha già raccolto più di mille firme», mettono in risalto. «Vogliamo dar modo alla cittadinanza di esprimere il proprio civile dissenso rispetto alle scelte operate dalle tre amministrazioni ed esercitare una doverosa forma di pressione sulla Regione Veneto, che ha competenza istituzionale sulla decisione finale. Invitiamo il personale scolastico e tutti i cittadini dei Comuni di Belluno, Limana e Borgo Valbelluna a sottoscrivere la petizione, raggiungibile dal link: https://forms.gle/2RDWygNjrEtBxSHM9 ».

«Spiace che tutta questa operazione», concludono i sindacati, «che di certo non è destinata a favorire la residenzialità nelle aree più decentrate, abbia visto come spettatore silente se non come regista occulto proprio quell’amministrazione provinciale di Belluno che da tempo si vanta a parole di voler contrastare l’abbandono delle zone più periferiche». (fonte L'Amico del Popolo)

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