Immersi o bagnati
Oggi Domenica: la riflessione sulla Parola di Dio domenicale.
Don Domenico Salvador
11/01/2014

Domenica 12 gennaio - Battesimo del Signore - anno A Is 42, 1-4. 6-7; Sal 28; At 10, 34-38; Mt 3, 13-17 Il Signore benedirà il suo popolo con la pace Il battesimo di Gesù è preceduto, nella narrazione di Matteo, da un breve ma illuminante dibattito tra Gesù stesso e Giovanni Battista. Era lunga la fila di coloro che chiedevano di essere immersi nel fiume Giordano "confessando i loro peccati" per la conversione, seguendo le forti parole del Battista. Egli era consapevole che il suo battesimo era una preparazione a quello "in Spirito Santo e fuoco" che "Colui che viene dopo di me ed è più forte di me" avrebbe dato ai convertiti. Perciò, quando nella fila dei penitenti si presenta Gesù per farsi battezzare, è inevitabile la reazione del Battista: "Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?". Cosa cerca Gesù? È un semplice scambio delle parti? Gesù risponde con autorevolezza: "Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia" per tranquillizzare Giovanni, indicando il disegno superiore del Padre, che prevedeva la solidarietà del Messia con i peccatori fino al sacrificio della vita. Solidarietà impegnativa che non solo spingerà Gesù ad essere accogliente e misericordioso verso i peccatori, ma che, soprattutto, "lo renderà in tutto simile ai fratelli allo scopo di espiare i peccati del popolo" (Ebrei 2, 17). Fin dal battesimo al Giordano si intravede il dramma della croce sul Golgota. Esigenza di giustizia espressa in termini radicali da Paolo: "Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in Lui noi potessimo diventare giustizia di Dio" (2Corinzi 5, 21). Emergendo dall'acqua, Gesù riceve la piena approvazione del Padre e viene ricolmo della forza dello Spirito per iniziare e portare a compimento la sua missione salvifica. Quella di Gesù è full immersion nell'acqua dei peccatori per riscattarli. Perché l'immersione o è piena o non c'è. E il nostro battesimo è immersione? Non è solo problema di forma, ma di partecipazione responsabile al dono divino. Vorremmo ricevere nel sacramento del battesimo tutta la ricchezza della vita che Gesù ci ha acquistato a caro prezzo. A volte si ha l'impressione che la poca acqua versata corrisponda all'esitazione di proporre la pienezza della gioia evangelica. Pensiamo che il soffio dello Spirito spenga la fiammella smorta o il lucignolo fumigante, mentre invece ha l'energia di rianimarla e renderla calda e brillante. Spesso i gesti sacri sono ridotti a una cerimonia, la proposta diviene una formula e il cammino preparatorio è un corsetto, e a volte neppure quello. Il nostro ritualismo ripetitivo, sempre meno significativo, prepara dei cristiani a lunga conservazione, ma tiepidi. Senza conversione si svuota il progetto di Dio, perché la prassi del Battista non è una preparazione ornamentale alla fede, ma un cambiamento indispensabile per disporci a ricevere quel dono immenso che ci rende fratelli e sorelle di Gesù.