Domenica 18 maggio - V di Pasqua - anno AAt 6, 1-7; Sal 32; 1Pt 2, 4-9; Gv 14, 1-12Il tuo amore, Signore, sia su di noi: in te speriamoPrima settimana del Salterio
Il tuo amore, Signore, sia su di noi: in te speriamo Prima settimana del Salterio e letture di questa domenica ci danno lo stimolo per riflettere sull’organigramma dell’ovile di Cristo: la Chiesa. Spesso rimango sorpreso dal fatto che nessuno mi sappia dare una spiegazione sul “sacerdozio regale”, che appare sia nella seconda lettura sia nella colletta dell’anno A. La Chiesa è immaginata come un edificio che ha per base il Cristo, pietra viva e angolare, rifiutata dagli uomini, scartata dai (falsi) costruttori, ma scelta e preziosa davanti a Dio. È la vicenda del Cristo condannato, morto e risuscitato. Di fronte a Lui non si può mantenere un atteggiamento neutrale. Per quelli che non l’accettano diviene sasso di inciampo e pietra di scandalo e, se si ostinano, si sfracellano su di essa. Diversa la sorte dei fedeli “pietre vive”, costruite sul Cristo come edificio spirituale.
La prima lettera di Pietro si riferisce senza dubbio al popolo ebreo come assemblea sacerdotale, che è detta anche “regale” per indicare la superiorità di Israele. I cristiani costituiscono il “nuovo Israele”, che perciò è chiamato “stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa e popolo di Dio”. Con il battesimo lo Spirito consacra ogni figlio di Dio ad essere sacerdote, re e profeta come Cristo. Tutta la Chiesa è sacerdotale perché ha un ruolo di mediazione culturale vera ed effettiva, in quanto partecipa di Cristo unico e perfetto mediatore e sacerdote. Ogni cristiano è sacerdote perché in grado di prestare a Dio il proprio culto, che è chiamato “spirituale”, non perché consista in pensieri e realtà astratte, ma perché animato dallo Spirito. San Paolo spiega: “Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale” (Rm 12, 1).
Tutti i credenti diventano, perciò, sacerdoti che annunciano al mondo la salvezza operata dal Risorto. All’interno del popolo santo e sacerdotale vengono istituiti dei ministri per servire più direttamente nel progetto di salvezza. Sono i vescovi, i presbiteri (= preti) e i diaconi, come narrato nella prima lettura. A volte sono chiamati anche sacerdoti perché partecipano di Cristo, che è l’unico, eterno, sommo e universale sacerdote, con il compito di rappresentarlo ufficialmente e visibilmente. È interessante a questo proposito l’annotazione conclusiva della prima lettura:Anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede, passando così dal sacerdozio levitico della Prima Alleanza al sacerdozio regale in Cristo.
Nelle nostre famiglie di battezzati, fondate sul sacramento che consacra l’amore coniugale, la coppia ha una missione sacerdotale, sia reciprocamente sia verso i figli, per crescere insieme nell’unico corpo di Cristo. È sempre attuale lo stimolo di san Leone Magno: “O cristiano, renditi conto della tua dignità!”. La Chiesa diventerà veramente luce del mondo quando tutti i battezzati esprimeranno e svilupperanno nella vita quel regale sacerdozio ricevuto come semente nel battesimo.