Cisl, FIRST e Adiconsum si esprimono sul futuro di Veneto Banca
"Mantenere “viva” la Banca significa darle una prospettiva futura attraverso l’attuazione di un credibile ‘piano industriale’ capace di restituire fiducia agli investitori e ai risparmiatori"
Redazione Online
14/12/2015

La difficile situazione di Veneto Banca impone una profonda riflessione alla nostra comunità territoriale, fatta di lavoratori, di risparmiatori, di famiglie e di imprese. Un riflessione che deve essere orientata a salvaguardare un patrimonio collettivo, cercando di recuperare il valore delle azioni per gli 88.000 azionisti, di salvaguardare i 6.500 posti di lavoro e di preservare una Banca del nostro territorio.

Mantenere “viva” la Banca significa darle una prospettiva futura attraverso l’attuazione di un credibile ‘piano industriale’ capace di restituire fiducia agli investitori e ai risparmiatori, aprendosi ai mercati finanziari (con la ricapitalizzazione e la trasformazione in SPA) e aumentando la trasparenza nella gestione, senza improbabili e tardivi interventi della politica o la pretesa di immediati risarcimenti, evitando così di percorrere scorciatoie legittime, anche comprensibili, ma senza uscita.

 

Il recupero del valore perduto passa attraverso una nuova stagione di corretta gestione della Banca, capace di riconquistare la fiducia degli investitori e tornare a produrre ricchezza per gli azionisti, per i lavoratori e per il territorio, dando credito al nuovo management e avviando un’azione di responsabilità nei confronti di chi invece ha mal amministrato.

 

Tutto questo significa votare SI all’Assemblea dei soci del 19 dicembre,

mentre votare NO significherebbe aprire scenari senza prospettiva

per il territorio, per i soci, per i risparmiatori e per i dipendenti.

 

Partendo dalle sofferenze di chi ha investito i risparmi di una vita, di chi vi ha ‘investito’ la propria vita lavorativa, di una comunità che rischia di perdere un bene collettivo, facciamo appello a tutta la nostra intelligenza e a tutto il nostro coraggio e con chiarezza diciamo che la trasformazione in SPA è l’unica strada praticabile e l’unica capace di creare le condizioni per recuperare - con il nostro contributo e sostegno - le perdite nella misura più ampia possibile.