
Questa mattina un raid israeliano a Gaza ha colpito la parrocchia latina della sacra Famiglia di Gaza, ferendo alla gamba anche il parroco padre Romanelli, cui papa Francesco telefonava ogni giorno per conoscere la situazione della sua parrocchia, che attualmente ospita circa 500 sfollati cristiani.
Il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, ha parlato di sei feriti di cui 2 in condizioni disperate. Altre fonti inizialmente parlavano anche di due donne morte, che invece risultano ancora in vita, sia pure in gravi condizioni dopo essere state rianimate.
«Apprendiamo con sgomento - scrivono i Vescovi italiani in una Nota della Presidenza uscita poco fa - dell’inaccettabile attacco alla chiesa della Sacra Famiglia di Gaza. Esprimiamo vicinanza alla comunità della parrocchia colpita, con un particolare pensiero a coloro che soffrono e ai feriti, tra i quali padre Gabriel Romanelli. Nel condannare fermamente le violenze che continuano a seminare distruzione e morte tra la popolazione della Striscia, duramente provata da mesi di guerra, rivolgiamo un appello alle parti coinvolte e alla comunità internazionale affinché tacciano le armi e si avvii un negoziato, unica strada possibile per giungere alla pace. Ringraziamo la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, per il suo messaggio di solidarietà e quanti, in queste ore, stanno manifestando la loro prossimità alla Chiesa cattolica».
«Sua santità papa Leone XIV - si legge nel telegramma inviato al card. Pizzaballa per il tramite del card. Pietro Parolin - ha appreso con profondo dolore la notizia della perdita di vite umane e dei feriti causati dall'attacco militare alla chiesa cattolica della Sacra famiglia a Gaza, e assicura al parroco, padre Gabriele Romanelli, e a tutta la comunità parrocchiale la sua vicinanza spirituale. Nel raccomandare le anime dei defunti all'amorevole misericordia di Dio onnipotente, il santo Padre prega per la consolazione di coloro che sono in lutto e per la guarigione dei feriti. Sua Santità rinnova il suo appello per un immediato cessate il fuoco ed esprime la sua profonda speranza per il dialogo, la riconciliazione e la pace duratura nella regione».
Sui fatti drammatici, nel recinto della comunità cattolica di Gaza, effetto del bombardamento della chiesa, ci scrive mons. Giacinto Marcuzzo, Vescovo Ausiliare Emerito del Patriarcato Latino a Gerusalemme, originario di San Polo. «Vi mando i telegrammi della vicinanza del Papa e della Cei (vedi sopra), ed alcune foto (vedi sotto). Purtroppo, confermo che ci sono due vittime nella comunità cristiana di Gaza e tre feriti: il parroco Don Gabriele Romanelli, argentino, un vicario parrocchiale egiziano e un giovane aspirante alla vita religiosa, palestinese di Gaza. Partecipazione corale di cordoglio e di vicinanza generale: da cristiani, mussulmani e anche ebrei! Pregate per la pace».
Successivamente è arrivato anche il messaggio del card. Pizzaballa che qui di seguito pubblichiamo tradotto dall'originale in inglese: «Questa mattina, intorno alle 10:20, il complesso della Sacra Famiglia a Gaza, di proprietà del Patriarcato Latino, è stato colpito dall'esercito israeliano. Fino a quest'ora, tre persone hanno perso la vita a causa delle ferite riportate e altre nove sono rimaste ferite, di cui una in condizioni critiche e due in gravi condizioni. Il parroco della comunità, Padre Gabriele Romanelli, ha riportato ferite lievi. Le persone del complesso della Sacra Famiglia hanno trovato nella Chiesa un rifugio, sperando che gli orrori della guerra potessero almeno risparmiare loro la vita, dopo che le loro case, i loro beni e la loro dignità erano già stati strappati via. A nome di tutta la Chiesa di Terra Santa, esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alle famiglie colpite dal lutto e, da qui, offriamo le nostre preghiere per la rapida e completa guarigione dei feriti. Il Santo Padre ha espresso le sue più sentite condoglianze, la sua solidarietà e le sue preghiere per loro. Il Patriarcato Latino condanna fermamente questa tragedia e questo attacco a civili innocenti e a un luogo sacro. Tuttavia, questa tragedia non è più grave o più terribile delle tante altre che hanno colpito Gaza. Molti altri civili innocenti sono stati feriti, sfollati e uccisi. Morte, sofferenza e distruzione sono ovunque. È giunto il momento che i leader alzino la voce e facciano tutto il necessario per porre fine a questa tragedia, umanamente e moralmente ingiustificata. Questa guerra orribile deve giungere alla fine, affinché possiamo iniziare il lungo lavoro di ripristino della dignità umana. Abbracciamo tutti coloro che si trovano nel complesso e siamo al loro fianco in quest'ora dolorosa, mentre seppelliscono i membri della comunità. Esprimiamo la nostra gratitudine a tutti coloro che condividono le loro condoglianze e la loro vicinanza con il Patriarcato e la Chiesa. Continueremo a essere al fianco della comunità di Gaza e faremo tutto il possibile per sostenerla. Che le anime delle vittime riposino in pace eterna e che il Signore vi conceda la Sua Pace».


